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sabato 14 febbraio 2015

La leggenda di San Leonardo

Le rovine della Chiesa di San Leonardo

San Leonardo di Noblac fu un abate francese, vissuto nel VI secolo.
Il suo culto si diffuse a seguito delle conquiste franche, di modo che a partire dal IX secolo gli vennero dedicate centinaia di chiese in tutta Europa, rendendolo uno dei santi più popolari. Popolarità che declinò poi nel XIV secolo, quando il ruolo di taumaturgo per antonomasia venne assunto da Sant'Antonio da Padova.

Forse il culto di San Leonardo venne introdotto nella nostra zona proprio dai Franchi, nel corso del IX e X secolo, ed a lui fu dedicata una piccola chiesa, le cui rovine sono ancora visibili sulla vetta del Monte San Leonardo.

Narra una leggenda che dei contadini, che vivevano alle pendici del Monte dei Tigli (1) erano preoccupati per l'approssimarsi di una tempesta. L'uva era matura, pronta per la vendemmia, ed una grandinata sarebbe stata disastrosa.
In quel mentre transitò lì a fianco un pellegrino, diretto verso il porto del Timavo.
I contadini gli offrirono riparo ed ospitalità, accogliendolo nella loro casa.
Nonostante fuori infuriasse la tempesta, i contadini resero onore all'ospite, dividendo con lui il loro pasto.
Nel frattempo, la tempesta portò la temuta grandine, ed i contadini cominciarono a disperarsi.
Il pellegrino uscì, levando una preghiera al cielo e benedicendo le vigne.
All'improvviso, come rispondendo alla preghiera, la grandine cessò, ed il cielo si schiarì.
I contadini allora, rincuorati da quel vero e proprio miracolo che aveva salvato le loro vigne, riconobbero nel viandante San Leonardo: e per gratitudine fecero voto di edificare in suo onore una chiesa: la medesima chiesa le cui rovine sulla sommità del colle, fino a pochi anni fa, erano meta di pellegrinaggio ogni 6 novembre.
 



(1) "Monte San Leonardo" è un toponimo recente; il nome più antico è "de Lipnich", ovvero "Monte dei Tigli"


venerdì 3 gennaio 2014

La vedetta incompiuta del Monte San Leonardo

la vedetta incompiuta

Sulla vetta del Monte San Leonardo troviamo i ruderi di due costruzioni.

I primi sono i resti della chiesetta di San Leonardo. La sua struttura romanico-bizantina fa risalire la costruzione ai secoli X-XII (più probabilmente il XII, ovvero al periodo in cui si diffuse in Europa il culto di San Leonardo, vescovo taumaturgo protettore dei raccolti). La prima citazione di questa chiesetta è però su un documento del 1525.
Risulta essere in rovina già nel XIX sec., ma nel corso della prima guerra mondiale fu rasa al suolo per non costituire un riferimento per l'artiglieria. 

i ruderi della chiesetta


Gran parte delle pietre che la edificavano, in parte squadrate, sono ancora accatastate nei pressi.
E con alcune di queste pietre, probabilmente alla fine degli anni '50, si iniziò la costruzione di una vedetta, che però era destinata a restare incompiuta, sempre per motivi militari: ormai era periodo di "guerra fredda", ed una vedetta costruita proprio in prossimità del confine era quanto mai inopportuna.
Ed è un peccato, e non solo perché il punto è uno dei più panoramici del Carso, ma anche perché questa struttura prometteva di esser particolarmente pregevole.
Simile come struttura alle altre vedette costruite in quel periodo lungo il ciglione (quali, ad esempio, la vedetta Slataper), a differenza di queste era costruita totalmente in pietra, e per di più utilizzando pietre provenienti dalle macerie dell'antica chiesetta e che quindi "avevano una storia".
Il modo con cui sono squadrati i conci dimostra chi la costruì aveva una capacità di lavorare la pietra oggi decisamente non più comune. 
La struttura (con la presenza di un piccolo abside e di una nicchia) lascia intuire che vi era l'intenzione di ricavarne anche una piccola cappella, che in qualche maniera ricordasse l'antica chiesetta e perpetuasse la vetta del Monte San Leonardo come meta di pellegrinaggio.

Una sorta di abside ed una nicchia, ricavate nella struttura incompiuta,
 fanno pensare all'intenzione di costruire anche una piccola cappella

la struttura incompiuta

Significativo che pochi anni fa, lungo uno dei sentieri che portano alla vetta, sul versante del San Leonardo sia stata costruita un'altra struttura in legno:

la "vedetta inutile"

Non si capisce bene l'utilità di questa struttura, che ho personalmente soprannominato "vedetta inutile": non solo si trova ad una quota sensibilmente inferiore - e quindi meno panoramica - ma anche in una zona imboschita, ove lo sguardo è in gran parte precluso.
Questo è il "panorama" che si può godere dalla "vedetta inutile":

il "panorama" dalla "vedetta inutile"

Vista la mutata (e più tranquilla) situazione odierna del confine, al posto della "vedetta inutile" non sarebbe stato forse preferibile completare la costruzione della vedetta sulla vetta?
Dalla quale, peraltro, si godrebbe un panorama decisamente più soddisfacente:

panorama dalla vetta del Monte San Leonardo


giovedì 5 novembre 2009

Vedette del Carso triestino

Le Vedette sono delle caratteristiche costruzioni in muratura, sparse lungo il territorio della Provincia di Trieste, in punti particolarmente panoramici.

Da nord a sud, le vedette attualmente esistenti sono le seguenti:
  • Vedetta d’Italia - (Prosecco, sul ciglione soprastante la Strada Napoleonica, in prossimità di Monte Grisa)
    Con nome di "vedetta del Giubileo", fu costruita nei primi anni del '900 ed inaugurata nel 1908; fu realizzata dal Club Touristi Triestini, che la dedicò a Francesco Giuseppe in occasione del suo Giubileo dei 50 anni di regno. Era una torre in pietra carsica, alta 11 metri.
    Nel 1922, dopo la Prima Guerra Mondiale, passò alla Società Alpina delle Giulie che la ribattezzò "Vedetta Italia" o "Vedetta d'Italia".
    Fu poi demolita dall'esercito tedesco nel 1944 in quanto costituiva un pericoloso punto di riferimento.
    La vedetta attuale fu infine riedificata dalla Società Alpina delle Giulie nel secondo dopoguerra.
  • Vedetta Alice - (Padriciano, in prossimità dell’Area di Ricerca - m. 452 s.l.m.)
    Originariamente, la Vedetta Alice fu eretta nel 1897, tra il Valico di Trebiciano ed il Monte Calvo. Venne realizzata traslando la torre di un fontanone che si trovava in Piazza Dogana. Per la precisione, inaugurata il 29 giugno 1897, ed il nome di Alice le fu dato in onore della consorte del vicepresidente della società avvocato Giuseppe Luzzatto.
    Fu demolita nel 1915 dall'esercito austriaco.
    La nuova vedetta fu costruita sul Monte Calvo nel 1957 dall'Ente per il Turismo di Trieste.
  • Vedetta di San Lorenzo - (Val Rosandra, sopra la pista ciclabile ricavata dall’ex-ferrovia Trieste-Erpelle - m. 370 s.l.m.)
  • Vedetta di Moccò - (sull'omonimo colle, in prossimità delle rovine dell'antico castello di Moccò - m. 200 s.l.m.)
  • Vedetta di Crogole - (Val Rosandra, sul Monte Carso - m. 210 s.l.m.)

Un lungo sentiero, che attraversa tutta la provincia, è dedicato a Julius Kugy e tocca tutte le vedette.

Visualizza Vedette del Carso Triestino in una mappa di dimensioni maggiori
Sulla vetta del Monte San Leonardo vi è una vedetta, incompiuta: all'epoca della costruzione (anni '60), la zona era militarmente molto importante, tanto da esser costantemente presidiata dall'esercito. Il completamento della costruzione fu impedito quindi dalle autorità militari, in quanto avrebbe potuto costituire un pericoloso punto di riferimento per le artiglierie nemiche nel caso di un (allora non tanto) ipotetico conflitto.
Oggi, che questi problemi fortunatamente non sussistono più, si potrebbe anche completarla...

Molte vedette, dall'architettura anche pregevole, sono oggi scomparse. Ad esempio, la Vedetta Ortensia o Vedetta di Opicina - (Opicina, zona Obelisco) - costruita dall'Alpina delle Giulie nel 1890.
Un'altra vedetta, oggi sommersa dalle vegetazione, si trova in prossimità del Ferdinandeo.
Particolarmente pregevole, tra le vedette scomparse, la Vedetta del Giubileo (o Vecchia Vedetta Italia)