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martedì 8 ottobre 2013

La leggenda dell'eroe Zuino

friuli
il castello vecchio di Duino

Vi sono momenti in cui la storia si fa oscura, lasciando spazio quindi ad ipotesi che possono sfumare nella leggenda.
Ma spesso queste teorie, proprio per l'alone leggendario che le ammanta, risultano affascinanti: ed è giusto quindi proporle, ed elaborarle... sperando che un giorno la Storia possa confermarle.

Abbiamo visto che il Castel Pucino, o Palazzo d'Attila, in origine era una torre di avvistamento romana.
Questa torre faceva parte di un complesso, che percorreva e presidiava tutta la costa; ed ogni torre era costruita in modo da essere visibile da quelle contigue.
La prima torre era posta ove oggi sorge la Rocca di Monfalcone.
La seconda era appunto quella che sarebbe diventata Castel Pucino.
Le rovine della successiva sono oggi inglobate nel mastio del Castello di Duino. Di questa si ha notizia che Teodorico ne ordinò il restauro nel V secolo, e che un secolo dopo era presidio bizantino.
E l'ultima infine a Moncolano, l'attuale Contovello.

Ognuna di queste torri ebbe la sua storia, ed attorno a queste per secoli si incrociarono le umane vicende dei luoghi.
La torre di Castel Pucino si crede che trovò la sua fine nel X sec., in seguito ad una scorreria degli Ungari, durante la quale venne cinta d'assedio e distrutta.
Venne inviato a ricostruirla Zuino, vassallo di Aquileia, un condottiero originario dell'omonimo paese del Friuli meridionale. Ma Zuino, vedendo le rovine della torre, preferì edificare il proprio castello in un punto più difendibile, e precisamente sullo sperone di roccia antistante la torre romana più a sud (anch'essa ormai, probabilmente, ridotta ad un cumulo di rovine).
Sorse così quello che oggi chiamiamo "castelvecchio di Duino": un complesso piccolo, ma difeso in maniera formidabile, e praticamente inespugnabile.
E, secondo questa teoria, dalla storpiatura del nome del condottiero Zuino deriverebbe appunto il toponimo "Duino".
Quali i documenti a sostegno di questa affascinante teoria (esposta originariamente nel 1882 da Rodolfo Pichler nel suo "Il Castello di Duino: Memorie") ?

  • a Zuino fu rinvenuta una lapide risalente al IX o X secolo, con un'epigrafe dedicata all'eroe Zuino
  • in un documento del 1313 si riporta che i Duinati avevano proprietà in Zuino "da tempo antichissimo"


Oggi cerchereste invano "Zuino" sulla mappa del Friuli; il paese, che fino al 1940 conservava il nome di "Tor di Zuino", in seguito ai lavori di bonifica svolti nella zona fu ribattezzato con il (brutto) neotoponimo di Torviscosa.
Il toponimo originale sopravvive però nel nome attribuito ai suoi abitanti: gli abitanti di Torviscosa sono detti infatti "Torzuinesi".

domenica 22 settembre 2013

il Palazzo d'Attila

L'attuale Villaggio del Pescatore sorge su quella che in realtà era una baia, interrata e bonificata negli anni '50. Però fino al secolo scorso, dove oggi ci sono le case del Villaggio del Pescatore c'era una palude e, qualche secolo prima, il mare.
Tale baia era detta "del catino" o "Val Catin", ed era chiusa da una scogliera ancora oggi visibile dietro alle costruzioni del primo nucleo abitato del Villaggio.
Sul ciglio di tale scogliera si trovano dei resti murari, fatti di pietre squadrate legate con malta, di non facile interpretazione (soprattutto oggi, in quanto per la maggior parte celate dalla folta vegetazione). Alcune foto risalenti all'epoca precedente alla prima guerra mondiale, quando la vegetazione era quasi assente, rendono l'idea dell'imponenza e complessità delle opere murarie.
Si intravedono anche i resti di un pavimento in cocciopesto, realizzato con rottami di pietra carsica e laterizi, legati con malta, con una cavità sottostante ormai occlusa (forse una cisterna?). Resti di laterizi si notano anche nella zona circostante.

il Palazzo d'Attila nei primi anni del XX secolo


Popolarmente queste rovine sono dette "Palazzo d'Attila", in quanto secondo la leggenda il "palazzo" venne dapprima utilizzato e poi distrutto da Attila nel 452, nel corso della campagna militare contro Aquileia.
E' tuttavia possibile che si tratti del mitico "Castellum Pucinum" citato da Plinio, e che si tratti del medesimo "Potium" o "Pucium" nel quale nel 737 d.C. venne rinchiuso il patriarca di Aquileia Callisto: la posizione dominante, che permetteva un efficace controllo sia della baia che della strada di accesso, ben si prestava ad un'opera militare di controllo.
I resti, come si presentano oggi
Secondo P. Kandler, nella zona sottostante si trovavano degli anelli in ferro infissi nella roccia per l'attracco delle navi.

Riporto la descrizione dettagliata da http://siticar.units.it/ca/adriatico/sito.jsp?id=4_A :

Il sito si estende sulla cima del rilievo carsico dominante sulla baia detta “del Boccatino” o “Val Catin”, interrata negli anni ’50 per permettere l’estendersi del Villaggio del Pescatore. I resti attualmente visibili, attribuiti fino ad anni recenti ad epoca medievale, sono situati sulla cima del rilievo retrostante all’area corrispondente al sito di Casa Pahor, UT 159. Come già intuito dal Puschi, il corpo principale si dispone su tre livelli dei quali i primi due costituiscono le sostruzioni al complesso abitativo vero e proprio, situato più in alto. Esse, realizzate interamente in opera cementizia con paramenti a blocchi regolari, si articolano in due strutture parallele lunghe oltre 40 metri che definiscono l'estensione verso mare dell'intero complesso, superando un dislivello totale di almeno 10 metri. La struttura più esterna, costruita sulla roccia a strapiombo sul mare, opportunamente scalpellata, presenta un fronte articolato da contrafforti larghi c.ca 2 metri per una profondità di 3,50. La pulizia ne ha individuato tre che si legano saldamente alla struttura retrostante lasciando una luce di 5 metri scarsi. Il contrafforte più occidentale è anche pilastro angolare e limita l'estensione del complesso su questo lato: il muro che da questo si dipartiva verso nord-ovest, seguendo la forma del "Boccatino vecchio" è in parte crollato e non rilevabile. Sulla base di alcune particolarità rilevate in planimetria, è possibile che su questo lato si aprisse una ingresso secondario (quello principale doveva trovarsi verso nord-est), forse collegato attraverso infrastrutture in legno ad un sentiero (UT ) che permetteva di raggiungere il mare e fonti d'acqua potabile delle quali si conserva memoria orale. La seconda linea di sostruzione, perfettamente parallela alla prima, è conservata in questo punto con un alzato di due metri c.ca, nel quale si notano alcune buche porta palo e tre riseghe lievemente aggettanti. Da questa struttura, dopo c.ca sette metri verso sud-est, se ne diparte un'altra perpendicolare che si aggancia alla prima sostruzione e termina con una pietra angolare, vevendo a definire appunto, un possibile ambiente collegabile ad un ingresso aperto sul lato nord-occidentale del complesso. Il quartiere abitativo occupa il terzo livello. Ad esso sono riferibili numerose strutture delimitanti alcuni ambienti dei quali uno presenta una superficie a cocciopesto-signino gettato su volta. Il sottostante ambiente, non indagato perché completamente riempito, può forse nascondere una cisterna o vani relativi ad un cryptoportico, spesso ricavato quest'ultimo all'interno delle sostruzioni.


lunedì 29 dicembre 2008

presenze romane sul Carso

Qualche giorno fa (precisamente qui) scrivevo che la casa romana di Sistiana è l'unica sul Carso triestino.
Beh, non è vero. Io l'ho scritto basandomi sulla vecchia (ma valida) "guida del Carso Triestino" di Dante Cannarella; però nel frattempo il mondo è andato avanti, e ci sono state diverse nuove scoperte.
Ho trovato qui una bellissima guida al proposito: ed i resti sono numerosi:
  • la "villa di Aurisina", scoperta nel 1976, scavata, rilevata, e successivamente reinterrata (quindi, oggidì c'è ben poco da vedere...)
  • la "villa del Randaccio", a San Giovanni di Duino, scoperto nel 1977, e che sembra possa essere la famosa Fons Timavi riportata sulla Tabula Peutingeriana
  • "Casa Pahor", a Villaggio del Pescatore
  • la "Casa del Locavaz" (beh, ci stiamo allontanando un po'... ma siamo ancora ai confini del Carso triestino)
... ed altre ancora.
E c'è anche un bel rilievo della casa di Sistiana.
Ce n' è di materiale per gite, vero?