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sabato 5 luglio 2014

La strage della Brigata Valtellina

I treni diretti a Trieste, una volta abbandonata la stazione di Monfalcone, affrontano subito due brevi gallerie. Indifferente che si tratti di un sonnolento locale o di un prestigioso Frecciabianca: le gallerie sono corte, ed il passeggero si accorgerà a malapena di attraversarle.
Eppure la seconda galleria meriterebbe la nostra attenzione, perché è stata teatro di una delle maggiori tragedie della prima guerra mondiale: seconda - solo per i numeri, non certo per l'orrore - a quelle dei gas...
Tragedia che è stata però ingiustamente dimenticata: perché per le sue dimensioni, e per i modi con cui si è svolta, meriterebbe un posto importante nella nostra memoria: monito non solo della vacuità della guerra, ma soprattutto della stupidità umana.

Dobbiamo andare al settembre 1917: si è conclusa da pochi giorni l'ennesima "Battaglia dell'Isonzo"... l'undicesima, per la precisione, della sfilza di battaglie che nell'arco di due anni, a prezzo di alcune centinaia di migliaia di caduti, aveva fatto guadagnare agli Italiani una manciata di chilometri, tanto che il fronte, partito due anni prima da Grado, era adesso arrivato appena ai contrafforti dell'Hermada.

E la battaglia si riaccende sul fronte nel settore di Flondar, con gli austro-ungarici che scatenano nella notte tra il 3 e 4 settembre un infernale bombardamento d'artiglieria.
Il 65° Reggimento di fanteria della Brigata Valtellina ha appena occupato quelle posizioni, al termine di pochi giorni di riposo trascorsi a Vermegliano; durante il bombardamento gli uomini si proteggono in un rifugio sicuro ed invulnerabile: uno dei due tunnel ferroviari, ricordato nel diario del Reggimento come "galleria di Lokavac", che in precedenza gli austro-ungarici avevano sapientemente adattato.
Alle 4:50 del mattino cessa il fuoco pesante d'artiglieria, ma anziché scatenare subito l'attacco, l'artiglieria i.r. continua a bombardare le trincee delle prime linee; e quindi i soldati italiani se ne restano al sicuro nella galleria...
Alle 5:40 cessa il bombardamento, ed immediatamente le unità i.r. avanzano verso le linee italiane.
Un reparto austriaco arriva fino all'imbocco del tunnel e lancia delle bombe a mano.
Disgraziatamente - anzi, sciaguratamente - della casse di munizioni erano state depositate proprio in prossimità dell'ingresso: esplodono, e coinvolgono nell'esplosione dei serbatoi di lanciafiamme custoditi a fianco.
Nell'arco di pochissimo - forse meno di un minuto - si sviluppa un incendio furioso ed incontrollabile: il fumo invade tutto il tunnel, asfissiando gli occupanti, e solo pochissimi riescono a mettersi in salvo.
L'incendio prosegue per ben due giorni, consumando e calcinando tutto all'interno.

Quanti soldati italiani morirono in quel tunnel?
Difficile dirlo... la lapide che li commemora ricorda, pudicamente, che caddero "centinaia" di fanti assieme al loro comandante, il colonnello Giovanni Piovano.
In realtà, i diari ufficiali lamentano per il giorno 4 settembre la perdita di 2400 uomini, la maggior parte dei quali dobbiamo credere si trovasse all'interno del rifugio ferroviario...


La "nuova" lapide, a malapena leggibile

Come arrivarci

Basta una brevissima passeggiata a condurci alla galleria del Lokavac.
Dopo aver parcheggiato a San Giovanni di Duino, ci incamminiamo sulla SR55 in direzione del Vallone.

200 metri dopo il ponte sull'autostrada, un segnavie biancorosso ci indica l'inizio del sentiero 16 verso Medeazza/Medja Vas e Iamiano/Jamlje
Percorriamo un facile sterrato per poche centinaia di metri.
Un ambiente reso un po' spettrale da un vero e proprio
bosco di tralicci... tutti del medesimo color ruggine 


Sulla sinistra, ad un certo punto possiamo osservare un canalone
con alcuni ricoveri: resti di fortificazioni austro-ungariche.


Procediamo ancora lungo lo sterrato, che curva a destra e scavalca subito dopo la ferrovia:
siamo proprio sopra all'imbocco della "galleria Lokavac".


Abbandonando qui lo sterrato, ed inoltrandoci a destra nella vegetazione, dopo pochi passi si può intravedere un cippo, posto su un grande basamento in calcestruzzo.

Il basamento in realtà sono i resti di un bunker, collegato con un breve pozzo alla sottostante galleria. Con la dovuta prudenza, il bunker si può visitare... ma è fortemente sconsigliabile inoltrarsi nel cunicolo.








Poco distante è eretta un'altra stele commemorativa, precedente a questa,
e resa ormai completamente illeggibile dal tempo.
Un aspetto curioso è che questa stele segna uno dei caposaldi
 del confine del Territorio Libero di Trieste.





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lunedì 7 aprile 2014

la postazione del mortaio Skoda da 38cm alle pendici del Monte Hermada

Quasi due anni fa ho scritto un post monografico sul Mortaio Skoda da 38cm, promettendo vagamente una "seconda puntata".
Se ho atteso tanto, è perché speravo che durante l'inverno, con la vegetazione più rada, sarebbe stato possibile scattare foto migliori di una mia piccola scoperta... ma purtroppo ciò non è accaduto.

Procediamo con ordine: su tutto il monte Hermada si trovano i resti di moltissime fortificazioni e postazioni di artiglieria Austro-Ungarica. Resti di trincee, di bunker, di osservatori, di impianti militari si contano a centinaia, ed è impossibile camminare senza letteralmente inciampare in qualche testimonianza della prima guerra mondiale.
La "fortezza Hermada" fu lo scoglio su cui si infranse l'esercito italiano, ormai in vista di Trieste.
E, in termini di artiglieria, soprattutto nel 1917 fu munitissimo, con uno spiegamento di batterie di grosso calibro imponente: senz'altro una delle maggiori - se non la maggiore in assoluto - di tutta la prima guerra mondiale.

mappa con lo spiegamento delle postazioni di artiglieria
nella zona del Monte Hermada nel 1917
I simboli non rappresentano singole bocche da fuoco, ma batterie:
ciascuna batteria composta da più bocche da fuoco
(il numero di bocche da fuoco che componeva una batteria dipendeva  dal calibro)
tratto da: "L'Ultima Guerra dell'Austria-Ungheria"

Alle pendici del Monte Hermada, ad ovest di Ceroglie, si trovano dei resti di fortificazioni abbastanza singolari, che fino adesso erano vagamente riconosciute come "postazioni di artiglieria di grosso calibro" (1)
Singolari perché sono costituite da un grosso muro paraschegge semicircolare, che protegge un ampio spiazzo interno, all'interno del quale si trova uno scavo quadrangolare molto regolare e curato.
Altri muri paraschegge, costruiti con grosse pietre legate con calcestruzzo, si trovano nei dintorni.
Il complesso non acquista una sua logica, fino a che non lo si riconosca per quello che realmente è: una postazione completa per un mortaio Skoda da 38 cm e per tutti i relativi mezzi e carriaggi di allestimento.

particolare del carro porta-munizioni a servizio del mortaio Skoda da 38
Ben evidente il carrello della dacauville, usata per il trasporto dei proietti




Tutta l'area è imboschita, e quindi è impossibile scattare delle foto decenti che rendano l'idea delle costruzioni; tuttavia, in un sopralluogo si possono facilmente identificare molte caratteristiche strutture:

  • la postazione vera e propria è costruita al margine di una dolina, efficacemente protetta da imponenti muri di calcestruzzo e pietrame
  • in mezzo alla postazione, è evidentissimo uno scavo quadrangolare, con pareti consolidate in pietra, nel quale veniva posto il cassone che costituiva il basamento vero e proprio del mortaio
  • a fianco della postazione, due piccoli bunker scoperti, con ingresso a meandro; il loro scopo non era tanto offrire protezione in caso di bombardamento, quando servire da rifugio ai serventi al momento dello sparo, affinché non fossero assordati dallo stesso. Probabilmente, erano sommariamente coperti con lamiera o con altra copertura, oggi scomparsa
  • poco distante, un'altra massiccia costruzione, a "U" allungata, parte in pietrame a secco e parte in calcestruzzo.
    Si tratta del riparo per il carro porta-munizioni; è ben evidente anche il passaggio (realizzato in calcestruzzo) per la decauville di servizio (vedi foto sopra)
    Sono visibili gli scassi per una travatura (oggi scomparsa), che sosteneva una qualche copertura di protezione.
  • tra il riparo del carro porta-munizioni e la postazione vera e propria, è visibilissima la massicciata sulla quale era stata posta la decauville di servizio, che conduce in prossimità della piazzola di tiro
  • nella medesima dolina, poco distante, si intravede l'accesso di un bunker, ormai interrato, ma che sarebbe interessante disostruire.
  • nei dintorni si trovano diversi altri massicci muri paraschegge, edificati sempre in pietrame a secco e talvolta consolidati da calcestruzzo: si trattava di protezioni per gli altri veicoli a servizio del mortaio.
L'aspetto più sorprendente di questa postazione è il suo eccezionale stato di conservazione: a parte pochi cedimenti dei muri di pietrame, risulta praticamente intatta; e verrebbe da pensare che - in teoria - con pochi giorni di lavoro potrebbe tornare ad ospitare il possente mortaio da 38 per cui era stata realizzata.

Da considerare anche il fatto che con tutta probabilità di tratta dell'unica postazione del genere sopravvissuta oggi in tutta Europa.

rappresentazione del mortaio Skoda da 380 in batteria.
E' ben rappresentato il cassone quadrangolare che ne costituiva
il basamento, e che veniva completamente interrato.
Proprio la caratteristica presenza dello scavo per questo basamento
indica inequivocabilmente che la postazione sull'Hermada ha ospitato questo pezzo 

Dove si trova esattamente?

Raggiungerla è molto semplice: basta deviare di pochi metri dalla carrabile che, da Ceroglie, conduce sulla vetta dell'Hermada (la stessa che, durante la "guerra fredda", era percorsa quotidianamente dalle "Campagnole" dell'Esercito Italiano, per raggiungere una baracca/osservatorio)


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Alcune proposte

La più ovvia è che il luogo, adesso che si è compreso cosa rappresenta, diventa implicitamente uno dei più interessanti da visitare sul Monte Hermada (ma forse anche il più interessante in assoluto). Merita quindi di essere una "meta fissa" di qualsiasi escursione storica nella zona, e di essere incluso in qualsiasi circuito di visite che voglia esser realizzato.
Ad esempio, una "meta fissa" attuale è costituita dai resti poco distanti di una postazione di un mortaio Skoda da 305, il "fratellino minore" di quello da 380.
Di questa postazione del mortaio da 305, quasi tutto è lasciato alla fantasia ed all'intuito del visitatore, perché ben poco è rimasto di effettivamente visibile, e quel poco è ben occultato da una rigogliosa vegetazione.
Non vi sono quindi confronti (né in termini di "leggibilità" delle strutture, né di interesse storico) con questa postazione del mortaio da 380.

Ma meriterebbe di esser adeguatamente valorizzato, tutelato e conservato. Si tratta probabilmente dell'unico manufatto del genere oggi esistente, e quindi anche il suo valore storico, di "archeologia di industria militare" è inestimabile.
E' sopravvissuto in maniera sorprendente a quasi un secolo di abbandono ed incuria, ma qualche sia pur minimo lavoretto di consolidamento e restauro sarebbe urgente ed importante.
La più urgente è quella di una radicale pulizia dalla vegetazione infestante: non tanto perché la vegetazione ne pregiudica molto la visibilità, ma anche perché ne mina la struttura (alcuni cedimenti parziali sono già evidenti).
La pulizia permetterebbe poi di eseguire un rilievo preciso della zona, importante sia al fine di pianificare ogni successiva attività di restauro, ma anche a fini storici e documentaristici.
Sarebbero poi auspicabili altri lavori di consolidamento, tesi a mettere in sicurezza e conservare le strutture.  
Nel mondo dei sogni oggi irrealizzabili, l'ideale sarebbe porvi una replica del mortaio Skoda da 380 e dei relativi mezzi di servizio, rendendolo uno scenario unico per rievocazioni e per il "museo all'aperto" dell'Hermada.
Più realisticamente, in seguito alla pulizia ed al rilievo preciso della zona, sarebbe interessante la realizzazione di un diorama in scala (come base di partenza, esiste anche un kit in resina)

Di seguito, un po' di foto delle condizioni attuali della struttura; ma consiglio di recarcisi di persona perché, nonostante la vegetazione, la struttura è interessantissima e ben meritevole di una visita.

il bunker con l'ingresso a meandro, visto dall'alto
l'ingresso a meandro
la piazzola di tiro
sulla destra, il massiccio muro paraschegge
i resti dello scavo quadrangolare che ospitava il basamento del mortaio

il muro paraschegge che circonda la piazzola
come dappertutto sull'Hermada, anche qui è facile rinvenire grosse schegge,
a testimonianza dei massicci bombardamenti subiti dalla zona
la postazione, anche se imponente, si riesce a malapena ad intuire in mezzo alla vegetazione

l'ingresso del bunker interrato, poco distante
protezione del carro porta-munizioni: questo è il passaggio per la decauville di servizio

la struttura di protezione del carro porta-munizioni vista dall'interno
dettaglio del passaggio della dacauville
altre strutture paraschegge

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(1) così è descritta nella mappa allegata a "Ermada", di Dario Marini De Canedolo, Gruppo Speleologico Flondar, 2007

domenica 16 marzo 2014

mostra "gli albori della Grande Guerra"


Continua la serie delle mostre sulla Grande Guerra organizzate dall'Associazione Hermada, presso la Galleria/Centro d'Arte Skerk a Ternova Piccola.

Dopo le precedenti mostre allestite nel 2011 e nel 2012, è adesso la volta di "Ermada - gli albori della Grande Guerra": pannelli didattici con oltre 250 riproduzioni di fotografie storiche e cartoline d'epoca, i percorsi della Grande Guerra oggi visibili sul Monte Ermada, i pannelli della Bella Epoque. Sette vetrine espositive con materiali ed ordigni bellici, il plastico interattivo del Monte Ermada, un ampia esposizione di cartine geografiche d'epoca,  una parte dei giornali di trincea e pagine originali delle dichiarazioni di guerra, ampia esposizione di divise ed elmetti d'epoca.

La mostra sarà aperta dal 15 marzo al 6 aprile, il sabato e la domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00
Verranno organizzate visite guidat eil sabato alle ore 15:00 e la domenica alle ore 11:30

Per informazioni:  3386449114 - 3317403604

Per raggiungere il Centro Skerk:


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giovedì 23 agosto 2012

piromani sul Carso

Estate particolarmente calda, siccità. ed ecco che arriva la stagione degli imbecilli (la cui mamma, notoriamente di facili costumi, è sempre incinta) che si divertono (?) ad appiccare incendi.

Qualche giorno fa è toccato a Crnotice (Slovenia) ed a Sgonico, mentre in questi giorni è il turno della zona di Visogliano, sulle pendici dell'Hermada, dove se ne sono andati in fumo una ventina di ettari di boscaglia:

incendio sul monte Hermada
incendio sul Monte Hermada (foto: Protezione Civile FVG)
incendio sul Monte Hermada
incendio sul Monte Hermada (foto: Protezione Civile FVG)
Numerosi i lanci di "bombe" d'acqua con l'elicottero:


E' difficile trovare aggettivi per qualificare questi imbecilli. Anche scadendo nel turpiloquio più pesante, non si troverebbero termini adatti.

E' parimenti difficile trovare parole per elogiare gli sforzi dei volontari della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale, del Corpo Pompieri Volontari... dimentico qualcuno?

E' un lavoro pesante, faticosissimo, sconfortante... e pericoloso, soprattutto quando riguarda una zona come questa, ricchissima di residuati bellici che, sollecitati dalle fiamme, decidono di risvegliarsi dopo quasi un secolo di sonno...

Però, nonostante il caldo, nonostante il pericolo, nonostante la fatica, nonostante tutto sono sempre pronti ed attivi, cercando di rimediare con il lavoro di ore o giorni al danno che un imbecille ha causato in un solo minuto... 
Grazie a voi tutti.

domenica 22 luglio 2012

la Grande Guerra in casa - mostra a Ternova Piccola fino al 16 settembre


Veramente notevole l'allestimento della mostra "La Grande Guerra in casa", al centro D'Arte Skerk (Ternova Piccola - Duino Aurisina)
Quattro sale allestite con testimonianze fotografiche e documentali sulla Prima Guerra Mondiale nei paesi della zona attorno al Monte Hermada, che affrontano vari aspetti:


  • Condizioni ottime di vita economica (industria marmifera ed alberghiero-turistica, agricoltura, pesca, collegamenti ferroviari e viari), attività finanziarie, culturali, sociali ecc. anteriori all’inizio del conflitto.
  • Inizio delle ostilità con bombardamenti delle artiglierie italiane e conseguente esodo coatto o volontario della popolazione verso il centro dell’Impero, relative dure condizioni di permanenza.
  • I rapporti tra militari e civili rimasti nelle retrovie.
  • La distruzione dei villaggi e di edifici, con diffusi pesanti danni alle infrastrutture ed al territorio, principalmente dalle opposte artiglierie e specialmente dai bombardamenti dei cannoni a lunga gittata della Regia Marina, posizionati a Punta Sdobba ed Isola Morosini.
  • Le linee del fronte: reticolati, trincee e rifugi scavati nella roccia carsica, vita dei soldati in estreme condizioni, armi individuali e collettive, uso del gas, lanciafiamme, armamento e disposizione di nidi di mitragliatrice, batterie di cannoni, obici, bombarde ed altri materiali di offesa e difesa.
  • Il ricupero dei feriti. I caduti singolarmente ed in massa, loro sepolture provvisorie e nei cimiteri.
  • Aerei italiani ed austroungarici a terra, in volo od abbattuti.
  • Disposizione sull’Ermada, relativi armamenti dei due eserciti all’inizio della undicesima offensiva italiana.
  • Il battaglione dimenticato di volontari minorenni denominato “Nabresina” o “ciclisti” dislocato, in funzione antisbarco, da Duino a Prosecco.
  • Uniformi, granate ed altri materiali bellici.
La mostra è stata allestita dalla Associazione Hermada - Soldati e Civili, e sarà visitabile con il seguente orario:
Dal 21 luglio al 26 agosto 2012: venerdì, sabato, domenica 10:00 - 12:30 e 18:30 - 21:30
Dal 31 agosto al 16 settembre 2012: venerdì, sabato, domenica 10:30 - 13:00 e 17:00 - 20:00

Per maggiori informazioni: 
Associazione HERMADA - SOLDATI E CIVILI
Ternova Piccola 15
34011 Duino-Aurisina (TS)

Tel. +39 331 7403604 o +39 345 6407888

lunedì 28 maggio 2012

il mortaio Skoda da 38cm

Una delle armi più impressionanti utilizzate durante la prima guerra mondiale fu il mortaio Skoda da 38 cm, Belagerungshaubitze M16.
Uno dei due mortai Skoda da 38cm oggi sopravvissuti,
al Heeresgeschichtliches Museum a Vienna

Progettato nel 1915-16, prodotto in 10 esemplari tra il 1916 ed il 1918, era destinato alla demolizione delle fortificazioni più robuste da distanze impensabili (aveva una gittata utile di 15 Km...)
Le foto disponibili di quest'arma non rendono l'idea delle sue dimensioni e capacità, che si riassumono nei seguenti numeri:
peso: 81700 Kg
lunghezza della canna: 6,46 m
peso del proiettile: 750 Kg (contente ben 68 Kg di esplosivo)
velocità del proiettile: 459 m/s
elevazione: da 40° a 75°
brandeggio: 360°
cadenza di tiro: 1 colpo ogni 5'

Imponente anche la logistica che circondava ciascuno di questi possenti pezzi.
L'unità che gestiva uno di questi mortai era complessivamente composta da 8 ufficiali, 210 soldati, 5 cavalli, 4 chassis e 20 trattrici, tra pesanti e leggere, con rimorchio.
Un capolavoro d'ingegneria a sé stante erano gli "chassis", i mezzi speciali appositamente realizzati per trasportarlo. Veniva scomposto in tre pezzi (canna, affusto, piattaforma), ognuno dei quali veniva caricato su uno speciale chassis a 8 ruote. Ogni ruota era dotata di un proprio motore elettrico, e lo chassis era collegato ad una motrice benzoelettrica (ovvero un trattore che, per mezzo di un motore a benzina, produceva l'energia elettrica per alimentare i motori dello chassis).
Il convoglio era completato da un quarto chassis, con la funzione di porta-munizioni.
Questi mezzi riuscivano a spostarsi alla velocità di 16 Km/h, superando pendenze fino al 25%!
Era possibile smontare dalle ruote gli pneumatici (in gomma piena), per permettere al convoglio di viaggiare autonomamente su brevi tratti su binari ferroviari (per spostamenti maggiori, superiori ai 50 Km, si preferiva caricarli su vagoni ferroviari standard)



Il mortaio in batteria

Un'altra bella immagine del mortaio in batteria
Si sta effettuando il caricamento del proiettile; verrà
poi inserita una delle cariche di lancio (visibili
a terra, in primo piano)

Il carro trasporto-munizioni;
per trasportare i proiettili (pesanti ciascuno 750Kg)
si utilizzava una piccola Decauville

Il carro porta-canna, con la sua motrice benzoelettrica

Nonostante la mole del mezzo, la sua messa in batteria era straordinariamente veloce: in campo aperto da 8 a 20 ore, su terreno roccioso da 2 a 15 giorni.

Altre immagini:
Il trattore benzoelettrico M16 ed i rimorchi
Il mortaio M16 durante il trasporto
Il mortaio M16 in batteria ed il carro portamunizioni
Il mortaio M16 in batteria
Foto di vari dettagli (dal sito Landships)

Vi ho tediato abbastanza?
Vi state chiedendo "E cosa c'entra tutto ciò con il Carso?"

Bene, la risposta... alla prossima puntata!


giovedì 23 giugno 2011

Ermada: la montagna dei camosci

Domenica 26 giugno, dalle 18:30 alle 21:30, una bella escursione guidata gratuita, alla ricerca della caratteristica fauna della zona.

Dall’abitato di Medeazza si salirà verso le pendici meridionali dell’Ermada alla ricerca dei branchi dei camosci e dell’avifauna delle zone aperte.
La presenza di molteplici utilizzi del territorio rende stimolante la visita e si passerà dalle zone edificate ai coltivi più o meno tradizionali ai pascoli e a varie tipologie di bosco.
Essendo la zona a cavallo tra gli elementi più caldi e quelli più freschi che incontreremo in una grande dolina, l’intera area si presenta interessante dal punto di vista naturalistico.
Il ritorno serale potrà, se faremo molta attenzione, dare l’emozione dell’incontro inaspettato con qualche mammifero che dopo la stasi diurna si rimette in attività.
All’imbrunire si inizierà a sentire il monotono canto del Succiacapre mentre nei dintorni di Medeazza anche l’Assiolo sarà presente.

L'iniziativa è a cura della Riserva Naturale delle Falesie di Duino e del Comune di Duino Aurisina, con la collaborazione della Riserva Marina Protetta di Miramare.

L'appuntamento è quindi per domenica 26 giugno, alle 18:30 nella piazzetta di Medeazza; disponibile la locandina a questo link.

Per info e prenotazioni: +39.3339339060, interno 3, orario ufficio – giovanna@riservamarinamiramare.it

sabato 21 maggio 2011

Ritorno al Monte Hermada - 29 maggio 2011

L'Associazione Culturale Zenobi organizza per il prossimo 29 maggio una serie di interessanti escursioni guidate, alla ricerca delle testimonianze della Grande Guerra in questa zona.

Base della giornata la Casa Klarceva - Ceroglie 13, dove i partecipanti potranno gustare al ritorno dalle escursioni i tipici prodotti del Carso preparati dalla famiglia Fabec, titolare dell'alloggio agrituristico e di una tipica "osmica" che ha sede nel villaggio di Malchina.
Sono previste due escursioni guidate, una breve e una di maggior impegno.
I gruppi saranno condotti da Soci dell'Associazione Culturale F. Zenobi tutti già operanti quali accompagnatori specializzati all'interno del progetto Sentieri di Pace (Fogliano Redipuglia).
Oltre alle visite guidate è previsto che i partecipanti alla giornata possano vedere e conoscere gli equipaggiamenti degli eserciti austro-ungarico e italiano indossati per l'occasione dai gruppi di rievocazione storica presenti sia in Casa Klarceva che lungo il percorso.
Verrà organizzata a cura della Libreria Editrice Transalpina una qualificata mostra libraria con l'esposizione e la vendita di guide, testi storici, naturalistici e gastronomici inerenti tanto lo Grande Guerra quanto i diversi temi affrontati nella giornata; non meno importante la fabbrica dei ricordi, bancarella di gadget della giornata.

MODALITA' E ORARI
Iscrizioni gratuite alle escursioni sul posto
I tempi dei percorsi sono calcolati comprendendo i momenti per le spiegazioni e le letture a tema.

MATTINA

Escursione LUNGA - Itinerario Fritz Weber
I° Partenza ore 09,00 rientro ore 13,00 circa.
II° Partenza ore 10,00 rientro ore 14,00 circa.

Escursione CORTA - Itinerario Jan Triska
I° Partenza ore 09,30 rientro ore 12,30 circa.
II° Partenza ore 10,30 rientro ore 13,30 circa.

POMERIGGIO

Escursione CORTA - Itinerario Jan Triska
Partenza ore 15,00 rientro ore 18,00 circa.

Sul sito dell'Associazione  Zenobi è disponibile la guida completa dell'evento.

mercoledì 22 settembre 2010

mamma ragno

In questo periodo capita di vedere, nei prati e nel sottobosco carsici, dei ragni che sembrano un po' più grossi e bitorzoluti del normale...
Se ci prendiamo la briga di osservarli con attenzione, vedremo che in realtà si tratta di una "mamma ragno" che si porta a spasso sull'addome la sua numerosissima prole.
Sono ragni di una qualche specie della famiglia degli Agelenidi, scuri e lunghi un paio di centimetri.
Non sono pericolosi (anzi, sono utilissimi, come tutti i ragni), quindi limitatevi ad ammirare mamma ragno senza infastidirla...
Quella nella foto l'ho trovata lungo un sentiero del monte Hermada, ed era in buona compagnia (nell'arco di pochi minuti ne ho incontrate una mezza dozzina...)    

mercoledì 24 marzo 2010

Fortezza Hermada 1915-1917


Sabato 27 marzo alle ore 12.00, nell'ambito della manifestazione "Primavera al Castello", presso il Castello di Duino avverrà la presentazione del volume "Fortezza Hermada", di Franco Todero.

L'Hermada costituì, durante la prima guerra mondiale, un insuperabile baluardo, contro il quale si infransero vanamente gli assalti dei soldati italiani.
L'esercito austro-ungarico lo aveva infatti trasformato in una agguerrita e munitissima fortezza, dotata di artiglierie impressionanti per numero e potenza. Gran parte di queste strutture, pur a distanza di un secolo e nonostante la rigogliosa vegetazione, sono tuttora identificabili.

Questo agile volume costituisce una validissima guida storico-escursionistica della zona dove, letteralmente, sotto ad ogni sasso e dietro ad ogni albero è possibile ritrovare piccole ed anonime testimonianze di quei tristi eventi.