giovedì 23 giugno 2011

Ermada: la montagna dei camosci

Domenica 26 giugno, dalle 18:30 alle 21:30, una bella escursione guidata gratuita, alla ricerca della caratteristica fauna della zona.

Dall’abitato di Medeazza si salirà verso le pendici meridionali dell’Ermada alla ricerca dei branchi dei camosci e dell’avifauna delle zone aperte.
La presenza di molteplici utilizzi del territorio rende stimolante la visita e si passerà dalle zone edificate ai coltivi più o meno tradizionali ai pascoli e a varie tipologie di bosco.
Essendo la zona a cavallo tra gli elementi più caldi e quelli più freschi che incontreremo in una grande dolina, l’intera area si presenta interessante dal punto di vista naturalistico.
Il ritorno serale potrà, se faremo molta attenzione, dare l’emozione dell’incontro inaspettato con qualche mammifero che dopo la stasi diurna si rimette in attività.
All’imbrunire si inizierà a sentire il monotono canto del Succiacapre mentre nei dintorni di Medeazza anche l’Assiolo sarà presente.

L'iniziativa è a cura della Riserva Naturale delle Falesie di Duino e del Comune di Duino Aurisina, con la collaborazione della Riserva Marina Protetta di Miramare.

L'appuntamento è quindi per domenica 26 giugno, alle 18:30 nella piazzetta di Medeazza; disponibile la locandina a questo link.

Per info e prenotazioni: +39.3339339060, interno 3, orario ufficio – giovanna@riservamarinamiramare.it

sabato 4 giugno 2011

viaggio attraverso le grotte del Carso

Le grotte presenti nel nostro Carso raccontano la terra e la sua storia, riconducono ai percorsi delle acque, ad una vita sotterranea ricca di suggestioni.
Su questi temi, il Gruppo Speleologico Monfalconese "Amici del Fante", in collaborazione con la SPI-CGIL Distretto Altipiano Carsico, AUSER-CISOTEL Altipiano Ovest e GRUPPO VOLONTARI Duino-Aurisina e Santacroce, organizza per MARTEDI 7 GIUGNO ore 18.00, presso la Casa della Pietra "Igor Gruden" di Aurisina l'incontro: VIAGGIO ATTRAVERSO LE GROTTE DEL CARSO: un incontro per avvicinarsi ad uno scenario straordinario di esplorazione e di ricerca.
Nel corso dell'incontro verrà proiettato un documentario sul carsismo.
Interverrà il presidente del Gruppo Speleologico Monfalconese "Amici del Fante" Giorgio Deiuri.

venerdì 3 giugno 2011

vipere!



"Attento alle vipere!"
Un tormentone della mia infanzia, quando si andava in gita in Carso.
Cartelli come quello della foto erano comuni; come pure capitava che qualcuno si portasse dietro il "siero antivipera", in improbabili contenitori di polistirolo per tenerlo al fresco.
(Nella realtà il siero antivipera si deve conservare costantemente in frigorifero, ed anche così conserva per poco la sua efficacia. Inoltre, sembra che come effetto collaterale spesso provochi un imponente choc anafilattico, dalle conseguenze anche peggiori rispetto al morso della vipera...).
E qualsiasi rettile strisciante, dall'Orbettino al "carbon", immancabilmente faceva gridare "LA VIPERA!".
Già ai tempi della mia infanzia pareva un pericolo esagerato, ammantato quasi nell'alone della leggenda. In definitiva, in tutta la mia vita mi è capitato di conoscere solo UNA persona che sia stata veramente morsa da una vipera... e tutto sommato ne era uscita bene (sia pur dopo aver passato un brutto quarto d'ora).
Che poi di vipere io stesso, pur girando sistematicamente in Carso, ne ho viste talmente poche...
A parte quelle nei rettilari, l'ultima vipera la vidi quindici anni fa, in un campeggio... in Puglia.
Per un avvistamento di una vipera in Carso, devo tornare con la memoria indietro di oltre vent'anni, allorché me ne furono mostrati i resti da degli operai, che lavoravano al cantiere della nuova autostrada al Lisert.
Raramente, negli anni successivi, al massimo  qualche pelle, resto della loro periodica muta.
Quindi, che il Carso sia "pieno di vipere" non è vero (tant'è che è proprio citato da Wikipedia come esemplare luogo comune).
La davo quindi quasi per estinta, almeno fino ad oggi.
Perché oggi al castelliere di Ceroglie, lungo la stretta fascia di terreno pietroso che segna il confine, l'ho finalmente vista. Una bella vipera dal corno (Vipera ammodytes), con l'inconfondibile livrea a losanghe, adulta (90 cm di lunghezza ci stavano tutti).
Se ne stava placida a prendere il primo tiepido sole e, quando mi ha sentito, come da copione si è immediatamente tuffata in qualche anfratto scomparendo immediatamente alla vista.
(Di riuscire a tirar fuori la macchinetta per scattarle una foto ovviamente non se ne parla neppure...)

Perché è giusto ribadire: la vipera è un'animale pericoloso, ma tranquillo e timido, e per niente attaccabrighe: se appena appena vi sente arrivare, se ne va senza cercare rogne.
Inoltre il suo habitat naturale ed ideale è la pietraia; boschi, boschetti e financo la macchia non le sono congeniali.
Questo è il motivo per cui oggi sono quasi scomparse: in realtà, di pietraie in  Carso ne sono rimaste pochine, e quindi il suo habitat si è notevolmente ristretto. Diversa la situazione un secolo fa (ne scrivevo qui); nelle vaste pietraie che coprivano il Carso una volta la vipera prosperava, e gli "incidenti" di conseguenza molto più frequenti.
Ed infatti dov'è che oggi l'ho vista? Sulla stretta fascia di pietraia, nuda e pulitissima, che segna il confine:


Per la vipera, l'equivalente di una vera e propria oasi, assediata dalla vegetazione.

Ben ritrovata, amica vipera...