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lunedì 2 novembre 2015

La leggenda del "Bunker n. 13"

Quella del leggendario (o fantomatico?) "Bunker n. 13" è una insistente e diffusa voce che circolava negli ambiente speleologici triestini fin dagli anni '50, e che solo da alcuni anni sembra esser stata coperta dall'oblio.

Secondo questa voce, si trattava di un grande (e segretissimo) bunker, allestito della Wehrmacht durante il periodo dell'Adriatisches Küstenland (settembre 1943 - maggio 1945)

In questo mitico bunker sarebbero state custodite armi (compresi carri armati), documenti e tesori sottratti agli ebrei; a maggio 1945 gli ingressi sarebbero stati sigillati ed occultati, e se ne sarebbe quindi persa la memoria.
Pare che questo mitico "Bunker 13" sia citato anche nei famosi diari di Diego de Henriquez.

Ma, a parte questo, nulla di certo si sa sull'effettiva esistenza e sull'ipotetica posizione di questo bunker, in merito al quale si è variamente favoleggiato.

Secondo alcune voci sarebbe accessibile da villa Necker (sede fino a pochi anni fa dell'ex Comando Truppe Trieste).
Questa ipotesi sarebbe corroborata da un curioso episodio accaduto durante la costruzione degli edifici di Viale Terza Armata n. 17: durante la posa delle fondazioni si aprì un vuoto, che gli operai cercarono di colmare con varie ed abbondanti colate di cemento.
Una successiva ispezione rivelò che era stata forata la volta di una sottostante galleria laterale del rifugio antiaereo di via Napoleone Bonaparte. Ma il fatto più sorprendente è che la colata di cemento aveva ormai definitivamente inglobato un "panzer" tedesco, ivi dimenticato fin dal 1945.
Un dettaglio curioso (e che alimenta quindi ulteriormente la leggenda) è che il rifugio antiaereo di via Napoleone Bonaparte fu ispezionato nel 1990 dalla Società Adriatica di Speleologia. L'ispezione ed il rilievo si limitò però solo alla parte iniziale in quanto, dopo 200 metri, la galleria era chiusa da un muro con una porta metallica che impediva la prosecuzione.
L'accesso a questa "galleria laterale" dovrebbe quindi trovarsi al di là di questo muro... ma questo ipotetico carro armato custoditovi non potrebbe esservi entrato dall'ingresso di via Napoleone Bonaparte in quanto questo (parzialmente chiuso da un possente muro paraschegge) non è sufficientemente largo.
Il rifugio antiaereo di via Napoleone Bonaparte (che era destinato alla popolazione civile) sarebbe quindi collegato ad altri complessi sotterranei, ad uso esclusivamente militare, dotati di propri ingressi autonomi nell'area di Villa Necker (come è avvenuto, per esempio, anche nel complesso sotterraneo denominato Kleine Berlin, in via Fabio Severo: il vasto complesso sotterraneo, ad uso esclusivamente militare, è tuttora collegato da delle gallerie "di servizio" alle adiacenti gallerie-rifugio antiaereo ad uso civile).
Attraverso quindi questi ipotetici (ma verosimili) ingressi da villa Necker, avrebbe potuto entrare questo famoso carro armato.
 
Secondo altre voci il "Bunker n. 13" si troverebbe invece sotto il Tempio Mariano di Monte Grisa, ivi costruito tra il 1963 ed il 1965 proprio per nasconderne l'ingresso e proteggerne il misterioso e prezioso contenuto.

Si tratta però solo di voci che, almeno ad oggi, non hanno mai trovato alcun reale riscontro, ed il "Bunker n. 13" continua ad essere solo un'affascinante leggenda.

Fonti:


mercoledì 1 luglio 2009

il monumento scomparso dell'Artiglieria A.U.

Dopo la vittoria di Caporetto, nella baia di Sistiana venne collocato un piccolo monumento, celebrativo dell’Imperial Regia Artiglieria Austro-Ungarica.
Si trattava di una pregevole riproduzione del mortaio da 15cm M80, probabilmente realizzata in pietra d’Aurisina.
Qui possiamo vedere com'era il mortaio M80 originale, preso a modello per il monumento:



(fonte: moesslang.net)

Tale manufatto, in un qualche momento successivo alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, finì nella collezione di Diego de Henriquez; tanto che, negli anni ’70, era visibile presso il deposito all’aperto che il famoso ed appassionato collezionista aveva a Padriciano.
Negli anni successivi alla misteriosa morte di de Henriquez, scomparve pure una parte rilevante della sua collezione, in maniera quasi mai limpida. Tale fu la sorte che toccò anche a questo pregevole mortaio in marmo, del quale oggi ci è rimasta soltanto una foto (scattata dal col. Abramo Schmid nel 1970 a Padriciano):

Probabilmente oggi questa scultura fa mostra di sé nell’indegna cornice di qualche giardino privato o dell’atrio di qualche villa…
Se quindi vi doveste ricordare di averlo visto da qualche parte... tirate fuori dalla naftalina il vostro senso civico, e segnalatelo alle autorità.
E' un piccolo pezzo della nostra storia, che sarebbe bello tornasse ad esser di tutti.

Aggiornamento del 9 aprile 2013:

Grazie agli appassionati del gruppo KuK i.r.97 - Freiherr von Waldstätten Triest . Trieste, sono state trovate due immagini del monumento originale. E c'è chi sta già pensando di ricostruirlo...

L'iscrizione recita:
"Den Gefallenen kameraden, k.k.lst art.reg n°4, ? marsch kompanie, batterien wildpark Sablici,1915 191?"

Questa immagine è probabilmente del dopoguerra: non vi compare l'aquila bicipite (presente invece nella foto precedente), probabilmente rimossa nel generale "repulisti" dei simboli Austro Ungarici.