venerdì 28 giugno 2013

l'obelisco di Opicina


L'obelisco che svetta alla sommità della Strada Nuova per Opicina, in prossimità del quadrivio, fu eretto proprio per celebrare la costruzione di tale strada.
Progettato da Biagio Valle, studente di architettura figlio di Valentino Valle, l'obelisco fu commissionato nel 1834 e, in teoria, avrebbe dovuto esser consegnato il 22 ottobre 1838 - data nella quale era prevista la visita a Trieste dell'imperatore Ferdinando I.

veduta dell'obelisco in occasione della visita dell''Imperatore Ferdinando
con l'imperatrice Marianna nel 1844

In realtà numerosi intoppi fecero slittare la data di consegna prevista: dapprima incertezze sul luogo del posizionamento, poi la rottura del carro che lo trasportò dalla cava Zagorsko di Monrupino,  poi ancora problemi al verricello usato per erigerlo... anche la prevista visita dell'Imperatore a Trieste non avvenne, e quindi l'obelisco fu completato appena il 30 marzo 1839, ma senza nessuna cerimonia ufficiale...

mercoledì 19 giugno 2013

la Vedetta del Giubileo (o Vecchia Vedetta Italia)

Nel 1908 il Club Touristi Triestini, per celebrare i 60 anni di regno dell'Imperatore Francesco Giuseppe, eresse una maestosa vedetta in prossimità della "Strada Vicentina", sul fondo Doran.
La vedetta, sotto forma di torre in pietra bianca, alta 11 m, fu progettata dall'arch. Carlo Hesky, e realizzata con fondi frutto di una sottoscrizione pubblica.


Una lapide, realizzata dagli allievi della I.R. Scuola Industriale di Stato, riportava un'epigrafe di Pietro Tomasin:

POSTERIS MONVMENTUM
SEXAGESIMI ANNI GLORIOSI REGNI
OPTIMI CAESARIS
FRANCISCI IOSEPHI I
HANC SPECVLAM
ERIGENDAM CVRAVIT
CLUB TOVRISTI TRIESTINI
MCMVIII

(a ricordo per i posteri del LX anno del glorioso regno dell'ottimo Cesare Francesco Giuseppe I il Club Touristi Triestini fece erigere questa vedetta, 1908)

La vedetta sopravvisse alla prima guerra mondiale, nel corso della quale altre vedette e costruzioni lungo il ciglione furono invece demolite per non servire come possibile riferimento all'artiglieria italiana.
Perché questa vedetta fu risparmiata? Forse perché sufficientemente lontana dalla città da poter essere utile come riferimento, o forse per rispetto della figura a cui era dedicata... non lo sappiamo.
Nel primo dopoguerra, nel 1922, il Club Touristi Triestini fu sciolto e la vedetta passò alla Società Alpina delle Giulie, che la ribattezzò "vedetta Italia" e sostituì l'epigrafe:

LE ALPI IL MARE LA CITTA' REDENTA
UN SOLO SGUARDO AVVOLGE
LA SOCIETA' ALPINA DELLE GIULIE INCIDE
VEDETTA ITALIA
MCMXXIII

La vedetta fu demolita nel 1944 dall'esercito germanico, in quanto possibile riferimento per i bombardieri, ed il materiale completamente asportato. Tant'è che oggi si riesce a trovare a fatica qualche minima traccia della costruzione: qualche resto di plinto in calcestruzzo, nascosto tra l'erba, è l'unica testimonianza che ci resta.


lunedì 17 giugno 2013

il tesoro della Grotta delle Monete di Erpelle/Hrpelje

Nell'ottobre del 1921 nella grotta successivamente accatastata al numero 557, fu trovato il più classico dei tesori: alcune pentole conservavano oltre cinquemila monete, perlopiù d'argento e poche d'oro.
Il tesoro risaliva probabilmente agli inizi del 1400, perché comprendeva monete d'oro dei dogi Lorenzo Celsi, Marco Corner, Andrea Contarini e Antonio Venier. Le monete d'argento erano invece grossi, soldini e piccoli della Repubblica di Venezia, denari dei Patriarcati d'Aquileia, della zecca padovana dei Carraresi e di Luigi I d'Angiò, re di Ungheria, e risalgono a tempi che vanno dalla seconda metà del secolo XIV agli inizi del XV.
L'annuncio del ritrovamento fu dato dal prof. Sticotti, direttore del Museo Civico di Storia ed Arte di Trieste, presso il quale le monete furono portate (e dove presumibilmente si trovano tutt'oggi).
La grotta si trova a sud-ovest di Erpelle (precisamente: "m. 1190 O + 24° S da Erpelle"), ai margini di una dolina; non l'ho visitata ma l'esplorazione (una volta superato il primo pozzo di 3 metri) non dovrebbe essere particolarmente impegnativa.
In prossimità della stessa si trova una tabella turistica che ricorda il fatto.

Bibliografia: "Duemila Grotte", pag. 284

rilievo originale della Grotta delle Monete del 1921