Per individuare un castelliere sul terreno carsico talvolta ci vuole un occhio esperto: non è semplice distinguere le rovine di un castelliere dai tanti cumuli di pietre che capita talvolta di incontrare.
Dall'alto, con google maps, talvolta è tutto più facile.
Ad esempio, guardateli che belli i due castellieri di Slivia:
Visualizzazione ingrandita della mappa
raccolta di curiosità, segreti e misteri (piccoli e grandi), scoperti girovagando a caso per il Carso triestino
martedì 30 dicembre 2008
lunedì 29 dicembre 2008
presenze romane sul Carso
Qualche giorno fa (precisamente qui) scrivevo che la casa romana di Sistiana è l'unica sul Carso triestino.
Beh, non è vero. Io l'ho scritto basandomi sulla vecchia (ma valida) "guida del Carso Triestino" di Dante Cannarella; però nel frattempo il mondo è andato avanti, e ci sono state diverse nuove scoperte.
Ho trovato qui una bellissima guida al proposito: ed i resti sono numerosi:
E c'è anche un bel rilievo della casa di Sistiana.
Ce n' è di materiale per gite, vero?
Beh, non è vero. Io l'ho scritto basandomi sulla vecchia (ma valida) "guida del Carso Triestino" di Dante Cannarella; però nel frattempo il mondo è andato avanti, e ci sono state diverse nuove scoperte.
Ho trovato qui una bellissima guida al proposito: ed i resti sono numerosi:
- la "villa di Aurisina", scoperta nel 1976, scavata, rilevata, e successivamente reinterrata (quindi, oggidì c'è ben poco da vedere...)
- la "villa del Randaccio", a San Giovanni di Duino, scoperto nel 1977, e che sembra possa essere la famosa Fons Timavi riportata sulla Tabula Peutingeriana
- "Casa Pahor", a Villaggio del Pescatore
- la "Casa del Locavaz" (beh, ci stiamo allontanando un po'... ma siamo ancora ai confini del Carso triestino)
E c'è anche un bel rilievo della casa di Sistiana.
Ce n' è di materiale per gite, vero?
mercoledì 24 dicembre 2008
Pantere, puma e fiere varie...
Nei giorni scorsi mi è capitato di trovare i resti di un capriolo, sbranato in una maniera particolare, e che fa pensare che sia stato vittima di un animale abbastanza grosso e robusto - probabilmente una lince.
(Per chi ha stomaco, ho scattato un paio di foto, necessariamente "splatter": qui, qui e qui. Astenersi donne incinte, bambini e deboli di stomaco)
Tuttavia non si può fare a meno di pensare alle svariate leggende metropolitane sulla presenza di pantere, puma, tigri e quant'altro...
Google in due minuti mi ha tirato fuori questa notizia, risalente al 1978:
"La Stampa" del 22 agosto 1978 segnala che un animale di colore marrone scuro, con una coda molto lunga e un muso simile ad un felino, forse un puma, è stato visto da molte persone in un bosco nei pressi di Aurisina, sull'altipiano triestino. I Carabinieri di Aurisina hanno perlustrato una vasta zona con esito negativo"
Ma anche in tempi molto più recenti persone affidabili mi hanno riferito di aver visto un grosso felino nero sul Carso... e la cosa si potrebbe anche in questo caso liquidare come leggenda metropolitana, se non fosse che erano in tanti, non erano ubriachi, e che infine è stata trovata nella stessa zona anche una grossa ed inquietante orma (orma che anche fotografai... dove sarà finita la foto? Ho solo una dozzina di CD in cui cercarla...)
Leggende metropolitane? Probabile. Ma nelle leggende c'è sempre un fondo di verità...
Aggiornamento del 2 febbraio 2009:
Ho scartabellato nei CD, ed ho recuperato la foto dell'impronta:
La foto risale al marzo del 2004. E no, dove l'ho scattata esattamente non ve lo dico... diciamo, "da qualche parte in carso".
E' inutile che le cerchiate, segni di unghie non ce ne sono: quindi, a lasciare quell'orma è stato inequivocabilmente un felino.
Quanti felini conoscete che lascino impronte lunghe più di 10cm?
(Per chi ha stomaco, ho scattato un paio di foto, necessariamente "splatter": qui, qui e qui. Astenersi donne incinte, bambini e deboli di stomaco)
Tuttavia non si può fare a meno di pensare alle svariate leggende metropolitane sulla presenza di pantere, puma, tigri e quant'altro...
Google in due minuti mi ha tirato fuori questa notizia, risalente al 1978:
"La Stampa" del 22 agosto 1978 segnala che un animale di colore marrone scuro, con una coda molto lunga e un muso simile ad un felino, forse un puma, è stato visto da molte persone in un bosco nei pressi di Aurisina, sull'altipiano triestino. I Carabinieri di Aurisina hanno perlustrato una vasta zona con esito negativo"
Ma anche in tempi molto più recenti persone affidabili mi hanno riferito di aver visto un grosso felino nero sul Carso... e la cosa si potrebbe anche in questo caso liquidare come leggenda metropolitana, se non fosse che erano in tanti, non erano ubriachi, e che infine è stata trovata nella stessa zona anche una grossa ed inquietante orma (orma che anche fotografai... dove sarà finita la foto? Ho solo una dozzina di CD in cui cercarla...)
Leggende metropolitane? Probabile. Ma nelle leggende c'è sempre un fondo di verità...
Aggiornamento del 2 febbraio 2009:
Ho scartabellato nei CD, ed ho recuperato la foto dell'impronta:
La foto risale al marzo del 2004. E no, dove l'ho scattata esattamente non ve lo dico... diciamo, "da qualche parte in carso".
E' inutile che le cerchiate, segni di unghie non ce ne sono: quindi, a lasciare quell'orma è stato inequivocabilmente un felino.
Quanti felini conoscete che lascino impronte lunghe più di 10cm?
domenica 21 dicembre 2008
Cimitero militare austro-ungarico di Aurisina
Il cimitero militare austro-ungarico di Aurisina si trova in fondo ad una dolina, non distante dall'autostrada. Bisogna uscire dal paese seguendo il sentiero CAI n. 47, e subito dopo aver attraversato il sottopassaggio autostradale, attraversare il prato che si apre davanti, volgendosi un po' a sinistra.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Vi sono custodite le spoglie di 1934 militari austriaci caduti tra il 1915 ed il 1917.
Il cimitero è in ottime condizioni, essendo stato periodicamente restaurato dai volontari della Croce Nera austriaca.
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Vi sono custodite le spoglie di 1934 militari austriaci caduti tra il 1915 ed il 1917.
Il cimitero è in ottime condizioni, essendo stato periodicamente restaurato dai volontari della Croce Nera austriaca.
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