sabato 31 dicembre 2011

la leggenda della lampada di San Giuseppe della Chiusa

(foto di Eric Medvet)

Nella Chiesa di San Giuseppe della Chiusa (Ricmanje), si trova ancor oggi una lampada ad olio che, in passato, pare sia stata oggetto di un miracolo.

Nella primavera del 1749 avvenne che, durante dei lavori di restauro della Chiesa, la lampada votiva davanti all'altare si accese da sola, e tale restò per lungo tempo, pur senza essere rifornita d'olio.

Il fenomeno venne osservato dal parroco, che nel 1751 descrisse il fatto in un libello:
BREVE RACCONTO
DI UN NUOVO PRODIGIO
OPERATO DA DIO
IN ONORE DEL PATRIARCA
SAN GIUSEPPE
NEL DUCATO DI CRAGNO
DIOCESI DI TRIESTE, GIURISDIZIONE DI S. SERVOLO
PARROCCHIA DI DOLINA
VILLA DI RIZMIGNE
NELLA CHIESA DI SAN GIORGIO ALL'ALTARE
DI S. GIUSEPPE
Un picciolo quarto d'ora distante dalla strada regia
che conduce a Trieste
SCRITTO DA
GIO. ERNESTO LIB. BAR. DI RAUNOCH
SIGNORE DI SCHILLERTABOR E MUMIANO
DOTTORE DI SACRA TEOLOGIA, PARROCO DI DOLINA

Riporto brevemente:

Il giorno 18 Marzo 1749 essendo andato secondo il costume il sig. Don Gio: Antonio Ifsich mio cooperatore in detta villa di Rizmigne per cantar la compieta in onore del Santo sulla relazione di Michiel Comar uno de' Sindici, si propose di scieglier alquanti uomini di probità, da' quali fosse tenuta, e custodita la chiave della Chiesa.Li 23 marzo giorno di Domenica verso la sera chiamati dal Comar suddetto, e dal suo compagno Giovanni Curet ambidue Sindici, li villici Giuseppe Curet Decano della villa, Gregorio Pregarez, Andrea Pregarez, ed Ulderico Pregarez a vista di tutti estinse la lampada, e diligentemente è stata custodita la chiave.Nonostante tutta questa cautela nella notte susseguente circa le ore nove si vide dalla finestra riaccesa la lampada, e tale si mantenne sino li 26 del detto mese.
Il fenomeno si ripetè nei giorni successivi; e la cronaca dettagliata è riportata nel citato libello, ripubblicato poi nel 2005 e disponibile integralmente su http://documentiollivier.blogspot.com/2011/12/il-libretto-che-parla-del-miracolo.html

giovedì 6 ottobre 2011

il Castelliere di Črnotiče

Nella mia piccola Mappa dei Castellieri del Carso lo avevo indicato come "castelliere non identificato"; è un po' fuori rispetto alle zone che frequento solitamente, ma mi aveva colpito con la sua evidenza, che nella foto satellitare è chiarissima:

Visualizza Castellieri del Carso in una mappa di dimensioni maggiori

Mi scrive Darja, dalla Slovenia, segnalandomi che tale castelliere è tutto tranne che "non identificato": è il Castelliere di Črnotiče, e mi fornisce anche un paio di interessanti link:
http://www.kam.si/romarske_cerkve/gradisca_pri_crnoticah.html
http://www.druzina.si/ICD/spletnastran.nsf/all/11130E8546313E64C12573290043B8EB
(in sloveno; ma il traduttore di Google li rende discretamente intelleggibili anche per chi, come me, di sloveno ne sa più nulla che poco...)

Quell'edificio che si vede nella foto satellitare è la Chiesa di Santa Maria della Neve.
Pare che sia stata edificata nel 1663 (ma elementi architettonici gotici fanno pensare che nel 1663 vi fu solo un'importante ristrutturazione di una chiesa precedente, a sua volta probabilmente eretta sui resti di un tempio ancor più antico); un'altra importante ristrutturazione avvenne nel 1765.
Ed a questa piccola ed amena chiesetta sono legate alcune suggestive leggende.
Secondo una di queste leggende Maria, transitando in quei luoghi, vi lasciò la sua impronta, che si può ancora vedere lungo la strada che porta alla Chiesa. Leggenda questa molto vicino a quella che vuole che la Madonna abbia lasciato l'impronta del proprio piede anche sulla rocca di Monrupino.

giovedì 23 giugno 2011

Ermada: la montagna dei camosci

Domenica 26 giugno, dalle 18:30 alle 21:30, una bella escursione guidata gratuita, alla ricerca della caratteristica fauna della zona.

Dall’abitato di Medeazza si salirà verso le pendici meridionali dell’Ermada alla ricerca dei branchi dei camosci e dell’avifauna delle zone aperte.
La presenza di molteplici utilizzi del territorio rende stimolante la visita e si passerà dalle zone edificate ai coltivi più o meno tradizionali ai pascoli e a varie tipologie di bosco.
Essendo la zona a cavallo tra gli elementi più caldi e quelli più freschi che incontreremo in una grande dolina, l’intera area si presenta interessante dal punto di vista naturalistico.
Il ritorno serale potrà, se faremo molta attenzione, dare l’emozione dell’incontro inaspettato con qualche mammifero che dopo la stasi diurna si rimette in attività.
All’imbrunire si inizierà a sentire il monotono canto del Succiacapre mentre nei dintorni di Medeazza anche l’Assiolo sarà presente.

L'iniziativa è a cura della Riserva Naturale delle Falesie di Duino e del Comune di Duino Aurisina, con la collaborazione della Riserva Marina Protetta di Miramare.

L'appuntamento è quindi per domenica 26 giugno, alle 18:30 nella piazzetta di Medeazza; disponibile la locandina a questo link.

Per info e prenotazioni: +39.3339339060, interno 3, orario ufficio – giovanna@riservamarinamiramare.it

sabato 4 giugno 2011

viaggio attraverso le grotte del Carso

Le grotte presenti nel nostro Carso raccontano la terra e la sua storia, riconducono ai percorsi delle acque, ad una vita sotterranea ricca di suggestioni.
Su questi temi, il Gruppo Speleologico Monfalconese "Amici del Fante", in collaborazione con la SPI-CGIL Distretto Altipiano Carsico, AUSER-CISOTEL Altipiano Ovest e GRUPPO VOLONTARI Duino-Aurisina e Santacroce, organizza per MARTEDI 7 GIUGNO ore 18.00, presso la Casa della Pietra "Igor Gruden" di Aurisina l'incontro: VIAGGIO ATTRAVERSO LE GROTTE DEL CARSO: un incontro per avvicinarsi ad uno scenario straordinario di esplorazione e di ricerca.
Nel corso dell'incontro verrà proiettato un documentario sul carsismo.
Interverrà il presidente del Gruppo Speleologico Monfalconese "Amici del Fante" Giorgio Deiuri.

venerdì 3 giugno 2011

vipere!



"Attento alle vipere!"
Un tormentone della mia infanzia, quando si andava in gita in Carso.
Cartelli come quello della foto erano comuni; come pure capitava che qualcuno si portasse dietro il "siero antivipera", in improbabili contenitori di polistirolo per tenerlo al fresco.
(Nella realtà il siero antivipera si deve conservare costantemente in frigorifero, ed anche così conserva per poco la sua efficacia. Inoltre, sembra che come effetto collaterale spesso provochi un imponente choc anafilattico, dalle conseguenze anche peggiori rispetto al morso della vipera...).
E qualsiasi rettile strisciante, dall'Orbettino al "carbon", immancabilmente faceva gridare "LA VIPERA!".
Già ai tempi della mia infanzia pareva un pericolo esagerato, ammantato quasi nell'alone della leggenda. In definitiva, in tutta la mia vita mi è capitato di conoscere solo UNA persona che sia stata veramente morsa da una vipera... e tutto sommato ne era uscita bene (sia pur dopo aver passato un brutto quarto d'ora).
Che poi di vipere io stesso, pur girando sistematicamente in Carso, ne ho viste talmente poche...
A parte quelle nei rettilari, l'ultima vipera la vidi quindici anni fa, in un campeggio... in Puglia.
Per un avvistamento di una vipera in Carso, devo tornare con la memoria indietro di oltre vent'anni, allorché me ne furono mostrati i resti da degli operai, che lavoravano al cantiere della nuova autostrada al Lisert.
Raramente, negli anni successivi, al massimo  qualche pelle, resto della loro periodica muta.
Quindi, che il Carso sia "pieno di vipere" non è vero (tant'è che è proprio citato da Wikipedia come esemplare luogo comune).
La davo quindi quasi per estinta, almeno fino ad oggi.
Perché oggi al castelliere di Ceroglie, lungo la stretta fascia di terreno pietroso che segna il confine, l'ho finalmente vista. Una bella vipera dal corno (Vipera ammodytes), con l'inconfondibile livrea a losanghe, adulta (90 cm di lunghezza ci stavano tutti).
Se ne stava placida a prendere il primo tiepido sole e, quando mi ha sentito, come da copione si è immediatamente tuffata in qualche anfratto scomparendo immediatamente alla vista.
(Di riuscire a tirar fuori la macchinetta per scattarle una foto ovviamente non se ne parla neppure...)

Perché è giusto ribadire: la vipera è un'animale pericoloso, ma tranquillo e timido, e per niente attaccabrighe: se appena appena vi sente arrivare, se ne va senza cercare rogne.
Inoltre il suo habitat naturale ed ideale è la pietraia; boschi, boschetti e financo la macchia non le sono congeniali.
Questo è il motivo per cui oggi sono quasi scomparse: in realtà, di pietraie in  Carso ne sono rimaste pochine, e quindi il suo habitat si è notevolmente ristretto. Diversa la situazione un secolo fa (ne scrivevo qui); nelle vaste pietraie che coprivano il Carso una volta la vipera prosperava, e gli "incidenti" di conseguenza molto più frequenti.
Ed infatti dov'è che oggi l'ho vista? Sulla stretta fascia di pietraia, nuda e pulitissima, che segna il confine:


Per la vipera, l'equivalente di una vera e propria oasi, assediata dalla vegetazione.

Ben ritrovata, amica vipera...

martedì 31 maggio 2011

i rospi innamorati

Il bello è relativo...
Che ve ne pare di questi rospi stile Giulietta e Romeo?

Al laghetto di Percedol non abbiate timore di inzaccherarvi: mettetevi in ginocchio e guardateli dalla loro stessa prospettiva... non sono affascinanti?



(filmato di Sergio Sergas)

sabato 21 maggio 2011

Ritorno al Monte Hermada - 29 maggio 2011

L'Associazione Culturale Zenobi organizza per il prossimo 29 maggio una serie di interessanti escursioni guidate, alla ricerca delle testimonianze della Grande Guerra in questa zona.

Base della giornata la Casa Klarceva - Ceroglie 13, dove i partecipanti potranno gustare al ritorno dalle escursioni i tipici prodotti del Carso preparati dalla famiglia Fabec, titolare dell'alloggio agrituristico e di una tipica "osmica" che ha sede nel villaggio di Malchina.
Sono previste due escursioni guidate, una breve e una di maggior impegno.
I gruppi saranno condotti da Soci dell'Associazione Culturale F. Zenobi tutti già operanti quali accompagnatori specializzati all'interno del progetto Sentieri di Pace (Fogliano Redipuglia).
Oltre alle visite guidate è previsto che i partecipanti alla giornata possano vedere e conoscere gli equipaggiamenti degli eserciti austro-ungarico e italiano indossati per l'occasione dai gruppi di rievocazione storica presenti sia in Casa Klarceva che lungo il percorso.
Verrà organizzata a cura della Libreria Editrice Transalpina una qualificata mostra libraria con l'esposizione e la vendita di guide, testi storici, naturalistici e gastronomici inerenti tanto lo Grande Guerra quanto i diversi temi affrontati nella giornata; non meno importante la fabbrica dei ricordi, bancarella di gadget della giornata.

MODALITA' E ORARI
Iscrizioni gratuite alle escursioni sul posto
I tempi dei percorsi sono calcolati comprendendo i momenti per le spiegazioni e le letture a tema.

MATTINA

Escursione LUNGA - Itinerario Fritz Weber
I° Partenza ore 09,00 rientro ore 13,00 circa.
II° Partenza ore 10,00 rientro ore 14,00 circa.

Escursione CORTA - Itinerario Jan Triska
I° Partenza ore 09,30 rientro ore 12,30 circa.
II° Partenza ore 10,30 rientro ore 13,30 circa.

POMERIGGIO

Escursione CORTA - Itinerario Jan Triska
Partenza ore 15,00 rientro ore 18,00 circa.

Sul sito dell'Associazione  Zenobi è disponibile la guida completa dell'evento.

sabato 12 febbraio 2011

La Caverna del Cavalcante

I "cavalcanti" sono quegli uomini che, nella credenza popolare, entrano in connubio (e talvolta in intimità) con le streghe.
Alleandosi a queste, e partecipando anche ai loro riti e sabbah, acquisiscono anche il potere di cavalcare nell'aria: da ciò, il nome "cavalcanti".
I Cavalcanti si riconoscono perchè portano, impresso a fuoco sulla spalla sinistra, l'impronta di un ferro di cavallo.

Si narra che un tempo, in prossimità della Rocca di Monrupino, in una caverna detta appunto "del Cavalcante", viveva uno "strigo", uno stregone maligno.

Solo di giorno aveva forma umana: nessuno che lo abbia mai visto di notte è sopravvissuto tanto da descriverne le fattezze.
Di giorno si celava sotto un mantello nero ed un grosso cappellaccio dello stesso colore; ciononostante, gli spuntava dalla nuca un caratteristico codino di capelli, e dalla schiena sporgeva uno sperone d'osso, che il mantello riusciva solo malamente a nascondere.

Ma pare anche che portasse sulla spalla sinistra il caratteristico marchio a ferro di cavallo, impressogli dal diavolo stesso al momento della sua nascita.

Possiamo supporre (ma non c'è nessuna certezza) che la "Caverna del Cavalcante" sia quella nota oggi come la "Grotta sotto il Castelliere di Monrupino" (1973/4669 VG).
Questa grotta ha una storia affascinante, che rende verosimile l'ipotesi che si tratti proprio della "Caverna del Cavalcante".
Si trova nei pressi della strada che conduce alla Rocca di Monrupino, alla base del ripiano del castelliere, e nonostante fosse ostruita, la sua esistenza era ben nota ai vecchi del paese.
Dagli speleologi fu compiuto un faticoso lavoro di disostruzione per esplorarla, ma i risultati furono deludenti: si giunse solo ad un piccolo vano, di pochi metri.
E' ragionevole (o almeno affascinante) immaginare che, un tempo, sia stata proprio questa la dimora del Cavalcante; e magari alla sua morte venne ostruita dagli abitanti del villaggio, proprio per seppellire anche la memoria di questo essere malvagio.