domenica 30 settembre 2012

lo sciacallo dorato

Da alcuni anni ha fatto capolino nella zona del Carso lo sciacallo dorato (Canis Aureus), l'unico sciacallo diffuso al di fuori del continente africano, ma la cui presenza fino a pochi anni fa sembrava limitata all'area balcanica ed Europa sud-orientale.

Si tratta di un canide medio/piccolo (altezza al garrese da 38 a 50 cm, peso da 7 a 15 kg), dal mantello grigio/rossastro, che è facile confondere con una volpe (con la quale, peraltro, è in competizione).

Si nutre di piccoli mammiferi (topi, lepri, cuccioli di capriolo), di uccelli, ma anche di carogne (anche se forse la fama di "spazzino" che si è guadagnata è un po' esagerata).(1)

Non è inutile sottolineare che non è pericoloso per l'uomo né per gli animali domestici.

Ci sono stati diversi avvistamenti di sciacallo nella zona del Carso triestino ma, soprattutto, goriziano: molto interessanti alcuni filmati, girati grazie ad una fototrappola, nella zona dell'Agriturismo "Alture di Polazzo" (comune di Fogliano-Redipuglia), dove un piccolo branco pare aver trovato un habitat molto favorevole ed esser diventato ormai stanziale.

Vi propongo alcuni di questi filmati, veramente notevoli:




 una coppia di sciacalli dorati, ripresi durante una notte del febbraio 2012



un cucciolo (agosto 2012)



una femmina (febbraio 2012)


(1) Proprio al suo cibarsi di carogne è però dovuta la sua presenza in campo mitologico: è infatti uno sciacallo Anubi, il dio dei morti egiziano.
Ciò probabilmente perché antichi riti funebri prevedevano l'abbandono dei corpi nel deserto, dove diventavano preda degli sciacalli; e lo sciacallo diventò quindi così tramite per l'oltretomba.

venerdì 7 settembre 2012

la dolina della Madonna di Lourdes a Lipizza


Dal 1848 al 1875 la scuderia di Lipizza fu gestita dal generale di cavalleria Karel Grünne, che si ammalò gravemente di tubercolosi.
Poiché durante la malattia amava ritirarsi nella dolina "Krkavce", in prossimità della scuderia, quando guarì come ex-voto vi costruì in onore della Madonna una cappella scavata nella roccia, che fu consacrata nel 1889.

In ricordo all'interno della cappella c'è una lapide commemorativa con la scritta:
IN MEMORIAM CAROLUS Grünne 1848-1875

Nelle vicinanze è posizionata un'altra lapide murata da Radel Alojs (che che per molti anni fu il direttore della scuderia di Lipizza)

quo Ovidius in exilio IDCCCXXI 

La dolina fu chiamata anche "Quo Ovid" proprio da questa scritta.

La cappella è costituita da nicchia semicircolare scavata nella roccia viva, chiusa da un cancello in ferro, e dinanzi la quale è collocato un piccolo altare.
La statua originale della madonna fu collocata il primo maggio 1892 da don Edmondo Legato, all'epoca cappellano di Lipizza.
Nel secolo scorso fino alla II guerra mondiale il luogo era famoso per le guarigioni miracolose, e quindi era oggetto di pellegrinaggio, soprattutto per i Triestini.
Il luogo conserva un suo particolare fascino, e quindi la la frequentazione continua tutt'oggi.
inoltre, periodicamente vi vengono svolte alcune suggestive cerimonie, ormai assurte a tradizione.

giovedì 6 settembre 2012

Contrada Foliauze

Contrada Foliauze” (detta anche “Contrada Foliavez” o “Contrada Foglia”) era un'area di terreno compreso tra Aurisina e Santa Croce.
E' un esempio molto interessante di come i toponimi siano cambiati nel corso del tempo, conservando una certa assonanza ma cambiando sensibilmente di grafia, anche in documenti tra di loro quasi contemporanei.
Il toponimo compare per la prima volta in un documento del 1459: “[…] vigna …. Aurisinis sive Foliauce” e successivamente, in documenti del '500, viene citata “Contrada Sclavonice detta Foliauci”, ma anche  “Contrada Folianiza” e “Contrada Folianaz”, mentre nel 1604 “Contrada Feliovetz” e nel 1610 “Contrada Fogliauze” e “Contrada Fogliouza”.
Il toponimo compare per l'ultima volta nel 1783, nella forma di “Contrada Foliavez”.
Era un'area di boschi di castagni e di vigne; dei castagni non è rimasta oggi più alcuna traccia (l'area nel XIX era ridotta ad una pietraia, e gli attuali boschi di pino nero sono il risultato della colossale opera di rimboschimento effettuata a cavallo tra XIX e XX sec.)

Il toponimo è scomparso, al pari dei castagni.
Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.
ma in questo caso non c'è rimasto neppure il nome...