Erwin Schrödinger |
La prima guerra mondiale coinvolse nelle sue vicissitudini anche molti giovani destinati, fortunatamente, a sopravviverle ed a diventare in futuro protagonisti di scienze, arti e lettere.
Tra questi, anche il giovane Erwin Schrödinger, destinato nel 1933 a guadagnare il premio Nobel per la fisica, pioniere della Fisica Quantistica (anche se oggi, ahimè, è ricordato soprattutto per la banalizzazione televisiva che è stata fatta del concetto noto come "Paradosso del gatto di Schrödinger" )
La prima guerra mondiale, un secolo fa, lo condusse dalle nostre parti, e precisamente a Sistiana e Prosecco.
E' lo stesso Schrödinger a raccontare l'esperienza nella sua autobiografia:
Dopo un breve periodo al fronte fummo richiamati nei pressi di Sistiana. Da qui ci trasferirono in un posto d'osservazione nelle vicinanze di Prosecco, in una bella posizione ma tremendamente noioso, circa trecento metri sopra Trieste. Là venne una volta a visitarmi quella che sarebbe diventata mia moglie, Annemarie. In una successiva occasione il visitatore fu il principe Sisto di Borbone, fratello della nostra imperatrice Zita.
La guerra lo condusse quindi a poche centinaia di metri di quella che, cinquant'anni dopo, sarebbe stata la sede dell'ICTP, l'"International Centre for Theoretical Physics". E poiché la vita è fatta di curiose coincidenze, capitò che durante il suo breve soggiorno forzato a Prosecco:
conobbi la teoria di Einstein del 1915; comprenderla a fondo non fu per me cosa semplice, nonostante disponessi di tempo in abbondanza. Comunque alcune note fatte al margine di quel volume mi sembrarono più tardi discretamente intelligentiLa "teoria di Einstein" citata è ovviamente la famosa e rivoluzionaria "teoria della relatività generale", destinata ad esser a sua volta rivoluzionata pochi anni dopo dallo stesso Schrödinger.
Il "posto d'osservazione nelle vicinanze di Prosecco" citato da Schrödinger possiamo localizzarlo quasi certamente nel vasto sistema di fortificazioni che era stato realizzato lungo il ciglione, tra Prosecco e Santa Croce, e di cui ancor oggi sono visibili molti resti, anche se per lo più celati dalla vegetazione.
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