martedì 14 aprile 2009

I cumuli sul ciglione di Aurisina

Per andare dal parcheggio all’inizio del Sentiero dei Pescatori fino alla vedetta Tiziana Weiss, oltre al sentiero nel bosco (di cui parlavo qui) abbiamo un’altra possibilità: percorrere il sentiero lungo il ciglione.
Si tratta di uno dei sentieri più panoramici e suggestivi e, per certi versi, inquietanti del Carso: si marcia su uno stretto battuto, con il ciglio del precipizio subito a fianco, e poche o nessuna protezione… decisamente sconsigliato quindi a chi soffra di vertigini.
Per trovarlo: dal parcheggio dobbiamo incamminarci sul Sentiero dei Pescatori, scavalcare la linea ferroviaria sul ponte in pietra, seguire il sentiero per il primo tratto. Dopo poche decine di metri incontreremo una biforcazione (con segnavia CAI); seguendo il ramo a destra, ci troveremo sul sentiero giusto.
Poche decine di metri più avanti incontreremo, sulla destra, sommerso dalla vegetazione, i resti di una sorto di largo pozzo murato (una ghiacciaia? O i resti di una qualche fortificazione della prima guerra mondiale?)
Poco più avanti usciremo dal bosco e ci ritroveremo ai piedi dei misteriosi cumuli sul ciglione di Aurisina.
E dico “misteriosi” perché non sono riuscito a trovare alcuna spiegazione logica alla loro presenza.
Si tratta di alcuni cumuli di pietrame, alti alcuni metri e disposti lungo il ciglione per la lunghezza di alcune decine di metri. Complessivamente, svariate centinaia di metri cubi di roccia (forse anche più di un migliaio di metri cubi).
Le mie pur scarse cognizioni di geologia mi portano ad escludere che si tratti di una formazione geologica naturale: sono di ammassi di pietre, di media dimensione, che nessuna legge fisica può aver naturalmente convinto ad ammucchiarsi in quel posto.
Quindi, l’origine antropica è garantita.
Ma chi li ha fatti, e perché?

La prima ipotesi che viene alla mente (ovvero quella dei tumuli preistorici) dovrebbe esser l’ultima ad esser presa in considerazione (ed è questo il motivo per cui li chiamo “cumuli” e non “tumuli”).
Sul Carso le segnalazioni di tumuli preistorici sono infinite: è sufficiente girare un po' per imbattersi in qualcosa che, senza neanche troppa fantasia, risponde alla definizione di "tumulo". Ciononostante, fino ad ad oggi sono stati identificati due soli tumuli preistorici: sul Monte Orsario e sul Monte Concusso.
Quindi, proporre un qualcosa come "tumulo" è sempre probabilmente avventato...

La seconda ipotesi è quella dell'ammasso di scarti di cava. Possibile, ma difficile, visto che non ci sono cave nelle immediate vicinanze (e che anche le cave vicine hanno molti altri luoghi più vicini in cui ammassare gli scarti).

Un'altra ipotesi è che si tratti della maceria derivante dallo scavo del trincerone e della galleria ferroviaria, che corrono proprio in quei pressi. Tuttavia, non appare molto logico aver ammassato lì la maceria, anche perchè tale ammasso è più in alto rispetto alla galleria ed al trincerone - e lo scavo è stato fatto nell'800, ovvero in un epoca in cui la principale forza motrice era data da asini e forza di braccia. Depositare un migliaio di metri cubi di roccia dieci metri più in basso o più in alto faceva MOLTA differenza...
Inoltre, all'epoca una maceria calcarea come quella che costituisce questi cumuli era preziosa materia prima: veniva usata per le massicciate ferroviarie (esistevano apposite cave che venivano sfruttate solo a questo scopo), oppure per la produzione di calce.
La tecnica di scavo di una trincea ferroviaria avrebbe recuperato la maceria trasportandola sulla stessa linea ferroviaria che veniva posata...

Una costruzione a fini militari, risalente alla prima guerra mondiale? La zona è ricca di fortificazioni che (fortunatamente) non videro mai combattimenti, poichè che il fronte non arrivò mai fin qui. Tuttavia, non si riesce a vedere una possibile logica per la costruzione così titanica. Dal punto di vista militare, lo stesso risultato si sarebbe potuto ottenere con uno sforzo ben minore, sfruttando l'orografia naturale.

Altre ipotesi? Fatevi avanti, la gara a trovare una spiegazione logica e ragionevole è aperta...

Se volete vedere questi cumuli, una bella foto aerea è disponibile attraverso Microsoft Maps.

Una bella vista si ha anche da Google Maps:

Visualizzazione ingrandita della mappa

E qui un po' di foto:

6 commenti:

daniele ha detto...

nelle zone adiacenti alla stazione di aurisina sono presenti cumuli simili dove la gente di un tempo produceva i sassi per le massiciate dei binari; in loco sono stati trovati veccchi nstrumenti tipo pezzi di piccone, teste di mazze , cunei ecc...

Franco Tauceri ha detto...

Si, ma non credo che questi cumuli possano avere la stessa origine: come dicevo, sono in alto, praticamente sulla cresta... e non si tratta di qualche carro di pietre, ma di oltre un migliaio di metri cubi! Inoltre siamo a qualche centinaio di metri di distanza dalle cave... che senso avrebbe avuto? Qualsiasi altro punto dei dintorni sarebbe stato più comodo per stoccare il materiale!

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Ci sono stato oggi.
Secondo me l'ipotesi più probabile è quella dello scavo della galleria che passa proprio sotto. Visto che questa zona del ciglione è particolarmente rocciosa, avranno pensato che portandoli li con il tempo questi cumuli si sarebbero mimetizzati con il contesto

Franco Tauceri ha detto...

Si, ci avevo pensato anch'io... però mi lascia perplesso, per un paio di motivi:
- all'epoca sassi di quelle dimensioni avevano un valore economico non disprezzabile; d'inverno, una delle attività economiche di Aurisina era proprio quella di spaccare sassi per produrre ghiaia per le massicciate ferroviarie. Averne qualche migliaio di metri cubi praticamente pronti e non sfruttarli suona un po' strano...
- materiale del genere aveva anche valore come materiale di riporto per la bonifica e la costruzione del porto; ci sono casi in cui sono state recuperate a tal fine rocce molto più impegnative e meno servite da strade... lì era pronto, bastava scaricarlo nei vagoni perchè la linea ferroviaria passa proprio lì sotto... come mai non lo hanno sfruttato?
- ed ancora: se io ho del materiale di riporto che mi avanza, cerco di liberarmene portandolo verso il basso, che costa meno fatica e lavoro... non lo vado a portare venti metri più in alto!

All'epoca inoltre non si facevano molti problemi di "impatto ambientale" o estetico: il ciglione era completamente brullo, del tutto privo di vegetazione... e nessuno si sarebbe mobilitato per i problemi estetici o ambientali causati da un accumulo di pietre.

Unknown ha detto...

Tutto vero. Ci avevo riflettuto su tutto mentre ero li a meditare. Ma non arrivando a nessuna risposta migliore. Mi vien voglia di chiedere a qualche abitante di Aurisina se si conosce qualche teoria a riguardo