La Dolina dei Druidi di Fernetti... alias Valle della Luna, alias Dolina delle Streghe, alias Tempio del Sole (ma anche Tempio della Luna), e ancora la Dolina delle Streghe, o, prosaicamente, la Dolina Rossoni.
Uno degli angoli più chiacchierati del Carso, per il velo di mistero che circonda le sue bizzarre costruzioni, ormai in rovina...
Andiamo con ordine.
La Dolina... come la vogliamo chiamare? Per me, è sempre stata la Valle della Luna, e così mi piacerebbe continuare a chiamarla.... ma poichè ho scoperto che il suo vero nome sarebbe "Dolina dei Druidi", chiamiamola così, in rispetto del suo edificatore.
La Dolina dei Druidi si trova a poche decine di metri dall'autoporto di Fernetti. Per raggiungerla, bisogna seguire la strada che, da Fernetti, conduce verso Monrupino. Una volta superato il cavalcavia sopra all'autoporto, sulla sinistra c'è una piazzola di parcheggio.
Da lì, una strada sterrata corre parallelalmente al cavalcavia, verso l'autoporto, e poi piega a destra continuando a costeggiarlo. Dobbiamo seguirla (scavalcando i cumuli di immondizia scaricati dal soprastante autoporto... ah, la civiltà e l'educazione dei camionisti!) e, al termine di un'ampia curva, abbandoneremo (finalmente) l'autoporto seguendo un sentiero.
Un'immagine val più di mille parole. Quindi, seguite la mappa:
Visualizza Carso segreto in una mappa di dimensioni maggiori
Pochi metri, e sul bordo del sentiero cominciano le sorprese: tre grandi archi in pietra, seminascosti dalla vegetazione, ci indicano la porta verso un mondo suggestivo e mosterioso:
Da Dolina dei Druidi di Fernetti |
Più avanti, scendendo nella dolina lungo una strada che la percorre a spirale, intravediamo i resti di costruzioni dall'aspetto fantastico: archi, guglie, finestre che occhieggiano sul nulla, e steli in gran parte abbattute che sembrano sentinelle...
Sul fondo, i resti infranti di un grande tavolo di pietra, che un tempo era circondato da lunghe file di scranni e sedili, e da un trono maestoso.
Dolina dei Druidi di Fernetti |
Le rovine ci lasciano intuire un passato ancor più suggestivo; ed infatti in giro per la rete, troviamo immagini spettacolari:
La Dolina dei Druidi così come si presentava alla fine degli anni '60
(foto di Rofizal - forum Atrieste)
(foto: Spifferi di Trieste )
Tanto si è scritto in questi ultimi tempi su questa dolina che, abbandonata e dimenticata nel mondo reale, sembra esser stata di recente riscoperta nel mondo virtuale di internet... la descrizione più struggente e suggestiva lo troviamo nel blog Spifferi di Trieste, nel post Dolina Dolens... ma c'è anche un gruppo in Facebook che si chiede chi sia stato a costruirla... e la stessa domanda anche nel Forum ATrieste...
Le ipotesi che sono girate nel corso degli anni sono le più varie e folli: scenografia per un film, tempio per messe nere, tempio nazista... beh, nulla di tutto ciò.
Effettivamente, delle messe nere vi furono senz'altro celebrate: il rinvenimento sia pur sporadico di resti di candele nere, carcasse di polli e parafernalia vari lascia poco spazio a dubbi in proposito... ma non era certo nelle intenzioni del costruttore.
Come pure la dolina fu sede di moltissimi likoff: anche qui, il rinvenimento tutt'altro che sporadico di lattine di birra, di resti di falò e pantagrueliche grigliate non lascia proprio alcun spazio ad eventuali dubbi. Ma anche questo, penso, non era nelle intenzioni del costruttore.
E quindi?
La spiegazione certa sulla sua origine ce la dà Dante Cannarella, in "Leggende del Carso Triestino" (ed. Italo Svevo, 2004). Dante Cannarella ci racconta che negli anni '50 un "commerciante triestino" acquistò un vasto appezzamento di terreno (quasi un centinaio di ettari), e fece edificare da un contadino del luogo le bizzarre costruzioni.
Il commerciante riteneva quel luogo abitato dall'antico popolo dei Druidi, guidati da un saggio re. Gli obelischi eretti lungo la strada erano i suoi guerrieri, trasformati in pietra. Il popolo dei Druidi si era nascosto nelle grotte, in attesa del giorno in cui gli uomini avranno finito di distruggersi a vicenda...
Quando il sognatore artefice di tutto ciò morì, la struttura finì in abbandono, e pochi anni dopo fu sfiorata dal cantiere del nuovo autoporto, che la risparmiò per pochi metri...
Di solito, scoprire il fondamento di verità che sta alle basi di una leggenda significa smitizzarla e distruggerla. In questo caso non è così: la Dolina dei Druidi fu costruita da un romantico sognatore, e fu la realizzazione di un sogno... fu realizzata con passione e con amore, inseguendo un mito tra le aspre rocce del Carso.
Averne scoperto quindi la vera storia non la smitizza affatto, ma anzi, le dona un fascino nuovo, più completo, superiore a quello che le dava la sola l'incertezza della sua origine...
Perchè, scoprendone la vera storia perdiamo i "si dice"... ma la meraviglia resta.
Oggi gran parte del terreno circostante è coperto dall'asfalto dell'autoporto, i sentieri ingombri di immondizia... il popolo dei Druidi si sarà nascosto ancor più profondamente, per fuggire a tale scempio. Ma non si nasconderà di certo a chi ha occhi per vederlo.
Quindi noi possiamo ancora sederci sui resti degli scranni, ascoltare il vento... e sognare.
Aggiungo che il commerciante triestino era Rossoni Stark, che aveva una libreria in via Mazzini, difronte l'attuale Feltirnelli. Rettifico la data: non anni 50 ma 60. Rossoni diceva di ricevere le istruzioni per la costruzione in sogno e che poi le trasmetteva a un operaio (mi pare fosse un serbo) che si occupava della messa in opera.
RispondiEliminaCiò che afferma l'anonimo credo sia vero, o in parte. Negli anni 70 /74??) ho parlato anche con questo operaio( ormai molto vecchio) che continuava a "rifinire" i manufatti . L'effetto era molto piacevole e particolare. Sembrava tornare in epoche antiche . Si poteva mantenere per il futuro ciò che era stato fatto, ma vandali e strani avvenimenti hanno rovinato il sito !!!Peccato!
EliminaGrazie Franco senza la tua piantina (e la tua bella descrizione) non l'avrei mai trovata
RispondiEliminagrazie di cuore ;)
Anche se è la realizzazione di un "sogno", lascia a tutti la possibilità di sognare di miti lontani
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaHo creato una nuova mappa con un percorso alternativo per evitare di passare vicino all'Autoporto. Spero vi possa essere utile.
RispondiEliminahttps://www.google.com/maps/d/u/0/edit?mid=18NoyucW8Olh1W48CVNCeiJ_fR45YKMk5&usp=sharing
La libreria Rossoni in via Mazxini era molto rinomata. Ci andavo giovanissimo ad acquistare uno alla volta i volumi di una enciclopedia per ragazzi. Sulla porta era spesso disteso uno splendido collie dei proprietari. Parliamo della fine anni '60
RispondiEliminaGrazie per questo interessante articolo!
RispondiEliminaGrazie per le vostre testimonianze, spesso non conosciamo nemmeno le meraviglie che si celano a pochi passi da noi....grazie m.
RispondiEliminaC'ero andata da ragazzina insieme ad un gruppetto di amici: con fare circospetto misto a un pò di timore ci avvicinammo alla dolina e restammo in silenzio ad osservare i troni e gli scranni che si erigevano a circondare ciò che a noi sembrava essere un altare. Circolavano voci di messe nere...
RispondiEliminaÈ stata un'emozione forte e pensavo veramente che la costruzione dell'autoporto l'avesse cancellata, come si mormorava.
Grazie per aver divulgato la storia della sua costruzione e per aver segnalato la mappa per trovarla. A proposito del nome, io la conoscevo come la "dolina del pazzo"... mi avevano detto che si chiamava cosi.
Ci sono andato oggi, 45 anni dopo l ultima volta...era diverso ovviamente. Ora non resta più molto ma è sempre magico e attraente
RispondiEliminaBel posto ci siamo andati ieri e abbiamo fatto festa e grigliata ahahahah
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