giovedì 25 marzo 2010

Streghe, Orchi e Krivapete - reloaded

Lo scorso sabato 19 dicembre era prevista a Gorizia una tavola rotonda su "Streghe, Orchi e Krivapete - Le grotte tra miti e leggende" (che avevo anche annunciato sul blog).
Le condizioni meteo avevano poi portato all'annullamento della manifestazione ed il rinvio della stessa... a data da destinarsi (e, per quanto mi riguarda, è stata una fortuna... in quanto, indipendentemente dalle condizioni meteo, ero impossibilitato a partecipare).

Il "a data da destinarsi" è arrivato, e la Federazione Speleologica Isontina la ha fissata per il prossimo SABATO 24 APRILE, presso la Sala conferenze dei Musei Provinciali di Borgo Castello a Gorizia.
Non tutto il male viene per nuocere: nel frattempo, il programma si è arricchito ed è diventato ancor più interessante:

Per ricordare l’amico e studioso triestino EGIZIO FARAONE
LA FEDERAZIONE SPELEOLOGICA ISONTINA

Con il patrocinio della
PROVINCIA DI GORIZIA

ORGANIZZA

UNA GIORNATA DI STUDI DEDICATA
ALLE LEGGENDE LEGATE ALLE GROTTE DEL NOSTRO FRIULI
Programma:
Ore 9.30 - Saluto delle autorità e apertura dei lavori.
Ore 10.00 - Paolo Montina: Situazione degli studi sul folklore del mondo ipogeo negli ultimi anni.
Ore 10.30 - Pausa caffè
Ore 10.45- Anna Degenhardt: Simbologie magiche legate alle grotte e personaggi mitici delle tradizioni friulane.
Ore 11.15 - Franco Gherlizza: Miti e leggende ipogee del Friuli Venezia Giulia.
Ore 12.30 - Pausa pranzo.
Ore 14.00 - Maurizio Tavagnutti: Streghe, Krivapete e altri essere mitici delle grotte friulane.
Ore 14.30 - Franco Gherlizza: Comparazione con esseri fantastici, miti e leggende di altri Paesi.
Ore 15.00 - Pausa caffè.
Ore 15.15 - Adriano Vanin: Il “monte Amariana” nelle leggende carniche e dolomitiche.
Ore 15.45 - Roberto Iacovizzi: Sbilfs, folletti soprattutto carnici.
Ore 16.15 - Paolo Montina: Storia e leggenda della Grotta Doviza.
Ore 17.00 - Conclusione dei lavori.

Eventuali altri interventi non compresi nel presente programma, potranno essere presentati liberamente ed inseriti il giorno stesso (24/4) modificando la scaletta dei lavori.

IL MAGICO MONDO DELLE GROTTE
MITI E LEGGENDE DELLE GROTTE DEL NOSTRO FRIULI
I vari aspetti del fenomeno carsico - caverne, voragini, campi solcati, risorgenti - hanno sempre colpito la fantasia dell’uomo che vi collegava una volta presenze mitiche e soprannaturali.
Il progresso delle scienze e dei mezzi di informazione e soprattutto la scomparsa della chiusa società patriarcale per cui ogni borgo ed ogni vallata costituivano un universo a se stante, hanno contribuito nel nostro secolo alla distruzione di questo mondo di fiaba ora dolce, ora crudele, ma sempre poetico e spontaneo.
Questo processo irreversibile coinvolge con maggiore o minore velocità tutte le regioni italiane, non ultima quella friulana.
Anzi, in questa zona di confine, esso viene accelerato dalle conseguenze di due conflitti mondiali: spostamento di confini, migrazioni, ecc.
Per fortuna non mancano studiosi ed associazioni che hanno raccolto quanto resta del folklore friulano, e dalle pubblicazioni periodiche specializzate in materia abbiamo tratto una buona parte delle leggende che conosciamo e che andremmo ad illustrare in questa giornata di studi.

Per chi voglia confermare in anticipo la propria partecipazione, esiste anche una apposita pagina su Facebook.

mercoledì 24 marzo 2010

il fantomatico Castelliere di Jurcovac - stato delle ricerche

Ogni tanto qualcuno mi chiede notizie sullo stato delle ricerche del castelliere di Jurkovac, citato da Richard Francis Burton.
Onde evitare di dover riscrivere sempre gli stessi fatti, li posto qui pubblicamente... chissà che qualcun altro non si appassioni nella ricerca.

Riassunto delle puntate precedenti:
Richard Francis Burton, in uno scritto sulla rivista Athenaeum, nel 1876 descrive un castelliere, che si troverebbe nella zona di Aurisina, ma che (in base alla descrizione) non sembra poter essere uno dei due castellieri di Slivia; tutti i dettagli nel mio post del 25 gennaio 2009

Nel post del 24 giugno 2009 ho fatto poi un po' il punto delle possibili ipotesi, su dove potesse trovarsi effettivamente il castelliere visitato da R. F. Burton

Stato attuale delle ricerche:
All'epoca di R.F. Burton, la vegetazione nella zona era MOLTO meno rigogliosa, e quindi individuare manufatti e castellieri sulle colline carsiche era MOLTO più semplice che non oggidì.
Durante l'estate, qualsiasi sopralluogo nelle zone è stato praticamente impossibile o, comunque, improduttivo.
Ho approfittato dell'inverno, e della vegetazione ridotta, per effettuare diversi sopralluoghi sulle colline circostanti, ed il risultato di questi sopralluoghi è stato il seguente:
  • monte Scozza
    E' un'altura che sorge in prossimità della "nuova" fornace da calce; la sommità è costituita da un ampio campo solcato, diviso da parecchi muretti carsici. Vi si trova altresì una piccola fortificazione circolare, del diametro di un paio di metri, costruita a secco, che si può far risalire al primo o al secondo conflitto mondiale (probabilmente, dato l'ottimo stato di conservazione, al secondo).
    Se il "castelliere di Jurcovac" si trovava sul monte Scozza, probabilmente dopo la visita di R.F. Burton è stato devastato per costruire i muretti a secco e la piccola fortificazione.
la piccola fortificazione sulla sommità del Monte Scozza

  • Al di sopra della nuova fornace da calce si trova un'altra collina, a quanto ne so priva della dignità di un nome; tuttavia, anch'essa ottima candidata ad aver ospitato il castelliere.
    Purtroppo questa collina è stata in parte "mangiata" dalla cava che serviva la fornace; e se sulla sommità vi è mai stao un castelliere, le pietre che lo formavano saranno state le prime a finire in pasto alla fornace, ed oggidì nulla pare esser rimasto ad indicarlo.
  • Parimenti, dietro alla vecchia fornace da calce si trova un'altra collina, indicata sulle carte come Pitnij Vrh, sovrastante la Grotta Lesa (145/237 VG). Anche questa collina è stata in gran parte mangiata dalla cava a servizio della fornace, ma la sommità è ancora integra (anche se vale sempre la considerazione che, eventuali pietre usate per un piccolo castelliere saranno state le prime ad esser state usate per la fornace...)
    E' da segnalare che nella zona della cava si trova il Riparo delle Vipere (3573/5142 VG), anch'esso semidistrutto dalla cava, nel quale furono trovati frammenti di ceramica dell'epoca dei castellieri e (pare) un'ascia di pietra verde.
  • L'Ostri Vrh è una collina rocciosa, proprio di fronte alla vecchia Stazione di Aurisina.
    Durante la seconda guerra mondiale ospitò numerose postazioni contraeree, a difesa delle strutture ferroviarie, e quindi qualsiasi costruzione precedente è stata senz'altro devastata. Pare che alcune fortificazioni furono realizzate già dall'esercito austro-ungarico durante la prima guerra mondiale.
    Alcune di queste postazioni sono erette completamente a secco, mentre in alcune è presente del legante cementizio... il che le data incontrovertibilmente al XX secolo.
    Nei pressi dell'Ostri Vrh, ai margini di un campo solcato, si trovano però i resti di un muretto, eretto con tecnica "a sacco"... sarebbe interessante approfondire le ricerche su tale manufatto.
resti di postazioni militari sull'Ostri Vrh

i resti del muretto a sacco sull'Ostri Vrh

Miglior fortuna hanno avuto invece le ricerche documentali.
Uno degli indizi fornito da R.F. Burton diceva che "it lies to the north-west of the lands called Na-Jugelcah", ovvero che "giace a nord-ovest della località Na-Jugelcah".
Un toponimo "Jugelce" indica oggi le pendici del monte Scozza (ed è questo fatto che, in un primo momento, mi aveva indirizzato a concentrare le ricerche in questa zona). Tuttavia, recuperate le mappe dell'epoca del Catasto Franceschino, ho scoperto che la località  Na Jugelcah si trovava proprio di fronte alla vecchia stazione di Aurisina; ovvero, basta attraversare i binari in prossimità della vecchia stazione, e si è a "Na Jugelcah". Perciò, l'indicazione "a nordovest della località Na Jugelcah" ci porterebbe inevitabilmente in prossimità dell'Ostri Vrh.

Quindi, è in questa zona che bisogna concentrare le ricerche: se esistono ancora resti del castelliere di Jurkovac, si potranno trovare solo qui...

Se qualcuno vuole unire l'utile al dilettevole, e concentrare le sue prime ricerche di asparagi nella zona, chissà che non si imbatta in qualche resto di questo fantomatico castelliere...
Può sempre aiutarsi con questa mappa, dove ho riassunto la situazione:


Visualizza Ricerca del castelliere di Jurcovac - 2 in una mappa di dimensioni maggiori

Fortezza Hermada 1915-1917


Sabato 27 marzo alle ore 12.00, nell'ambito della manifestazione "Primavera al Castello", presso il Castello di Duino avverrà la presentazione del volume "Fortezza Hermada", di Franco Todero.

L'Hermada costituì, durante la prima guerra mondiale, un insuperabile baluardo, contro il quale si infransero vanamente gli assalti dei soldati italiani.
L'esercito austro-ungarico lo aveva infatti trasformato in una agguerrita e munitissima fortezza, dotata di artiglierie impressionanti per numero e potenza. Gran parte di queste strutture, pur a distanza di un secolo e nonostante la rigogliosa vegetazione, sono tuttora identificabili.

Questo agile volume costituisce una validissima guida storico-escursionistica della zona dove, letteralmente, sotto ad ogni sasso e dietro ad ogni albero è possibile ritrovare piccole ed anonime testimonianze di quei tristi eventi.

domenica 14 marzo 2010

la pioggia di sesterzi

Le storie dei cercatesori raramente sono a lieto fine.
Ce ne sono tante, spesso affascinanti... ma ben poche si concludono con l'effettivo ritrovamento dell'agognato tesoro.
Capita invece che talvolta i tesori vengano ritrovati da chi non li sta cercando...

Qualcosa del genere accadde nel secondo dopoguerra, durante la costruzione della strada che collega Fernetti con Zolla.
Per sbancare la roccia venivano usate delle mine.
Ed avvenne che, in seguito all'esplosione di una di queste mine, una grande quantità di monete romane fu scaraventata in aria e ricadde tutto attorno.
Evidentemente, la mina aveva brutalmente risvegliato dal suo sonno millenario un vero e proprio tesoro, occultato da chissà chi...
Vi fu una corsa all'accapparramento da parte di tutti i presenti, e ben poche di queste monete furono poi consegnate alla Sovrintendenza...

Il tutto, avvenne una cinquantina di metri ad est del ponte sopra alla ferrovia, in prossimità di Zolla.

venerdì 12 marzo 2010

L'abitato protostorico di Duino Stazione

abitato protostorico di Duino Stazione - ricostruzione ipotetica
(disegno di Guido Zanettini)

Meglio forse sarebbe scrivere "il PRESUNTO abitato protostorico di Duino Stazione", perchè l'area non è mai stata oggetto di scavi archeologici, e quindi non c'è la certezza che si tratti effettivamente di un abitato protostorico... anche se supporlo è ragionevole.
Tuttavia, potrebbe trattarsi di un accampamento temporaneo, o di un recinto per animali, o comunque di una struttura esterna, sussidiaria alla comunità che viveva in uno dei castellieri della zona.
Fino a quando non verranno effettuati studi più approfonditi, sarà impossibile pronunciarsi con certezza.

E' stato scoperto molto recentemente, nel 2004, da Federico Bernardini. E le circostanze di tale scoperta sono l'ennesima dimostrazione che in Carso i rinvenimenti, in genere, sono riservati, oltre che ai fortunati, a chi abbia "occhi per vedere".
Durante un sopralluogo, Federico Bernardini ha rinvenuto dei frammenti di pietra, che ha rinosciuto essere non dei normali "sassi", ma frammenti di una "macina a sella" (*) in trachite dei Colli Euganei.
Certamente, la differenza cromatica avrà aiutato... ma non si può far a meno di ammirare chi, in una pietraia carsica, è in grado di riconoscere in una pietra diversa dalle altre un frammento di macina.
Una volta rinvenuta questa macina, un'ispezione attenta dei dintorni ha portato ad individuare i probabili resti di una cinta in muratura protostorica, eretta con caratteristica tecnica "a sacco".
Anche qui, bisogna ammettere che riconoscere i resti di tali strutture non deve esser stato assolutamente semplice. Pur sapendo bene cosa e dove cercare, io ho personalmente faticato parecchio per riconoscerle.

Se quindi decidete di visitarlo, non aspettatevi di poterlo individuare facilmente ma, soprattutto, non aspettatevi grandi cose... oltre all'innegabile fascino che una struttura del genere conserva nel tempo.

Per raggiungerlo: partendo dalla vecchia stazione ferroviaria di Duino (oggi abbandonata), prendiamo il sentiero che porta in direzione dell'Hermada.
Poco dopo aver superato il sovrapasso ferroviario, là dove il sentiero curva decisamente a sinistra, sulla destra troveremo due sentieri che si dipartono. Sono stati oggetto di rcenti lavori di allargamento e sistemazione, e quindi sono oggi delle vere e proprie strade forestali.
Seguiamo quella più a destra per qualche centinaio di metri, fino a che non vedremo una evidente curva ad "S". Subito dopo dopo la curva, sulla destra, si può esservare un lungo ed evidente affioramento roccioso, pur parzialmente occultato dalla vegetazione.

Visualizza Carso segreto in una mappa di dimensioni maggiori

Sfruttando parte di questo affioramento roccioso è stato eretto un lato del recinto dell'abitato protostorico. Una volta individuatane una parte, seguendola sarà possibile percorrerne (sia pur con qualche difficoltà) tutto il perimetro.

Sembrano i resti di un normale muretto carsico.
Ma, facendo attenzione, si nota la inconsueta tessitura "a sacco".

L'area recintata è lunga complessivamente una quarantina di metri, e nel punto più largo misura una ventina di metri.
abitato protostorico di Duino Stazione - Planimetria del sito
(disegno di Guido Zanettini)

E' possibile riconoscere tre distinti ingressi; è interessante osservere che, attraverso ognuno, passa una traccia di sentiero... segno che, a tutt'oggi, vengono riconosciuti dagli animali come punti di passaggio privilegiato.
 Particolare dell'ingresso di nord-ovest, attraversato da una evidente traccia di sentiero

panoramica, dall'interno dell'abitato, da sud-est ad ovest.
Il muraglione più a destra è quello che delimita l'ingresso sud-est. Al centro della foto, i resti dell'ingresso a sud-ovest.
Alla destra della foto, i resti dell'ingresso di nord-ovest.


Proprio a fianco dell'ingresso di nord-ovest, su una roccia del solcato carsico si trova una evidente coppella.
Naturale o artificiale? Difficile dirlo...

Per approfondire:


(*) La "macina a sella" è uno strumento antico e primitivo, usato per macinare il grano e produrre quindi farina.
E' costituito da due parti: una pietra inferiore, più larga, detta "macina inferiore", ed una più piccola, detta "molinello". Impugnando il molinello con due mani e trascinandolo sulla macina inferiore, venive prodotta la farina.
Le caratteristiche della pietra utilizzata per produrre macina sono essenziali, in quanto deve essere dura e scabrosa.
La trachite dei Colli Euganei era particolarmente adatta, e quindi nella protostoria vennero fatti ampi commerci di questi manufatti. Tant'è che il rinvenimento di macine con queste caratteristiche in vari siti italiani, ed anche in alcuni castellieri del Carso e dell'Istria, è stata tutt'altro che episodica.
Questo genere di manufatti viene fatto risalire al periodo dal VII al V secolo a.C.